Il doppio imbroglio dei grillini

Nella mia ingenuità, pensavo che la domanda che Beppe Grillo avrebbe posto sulla piattaforma Rousseau ai militanti iscritti sarebbe stata più o meno questa: “Volete che il Movimento Cinque Stelle partecipi alla maggioranza del Governo di Mario Draghi? Sì no?”. Invece no. La domanda suona invece all’incirca così: “Volete che si partecipi al Governo che costituirà un super ministero sull’Ambiente, debitamente coordinato con altri dicasteri, per una nuova economia verde?”. A questa domanda pure io risponderei di sì. E credo che lo stesso farebbe la maggioranza dei lettori. Infatti, si tratta di una domanda finta, costruita in modo apposito allo scopo di farsi rispondere “sì” da tutti, o da quasi tutti.

La lingua latina aveva una particella che, di solito, si aggiungeva alle parole costituenti la domanda, allo scopo di far intendere a tutti che –appunto – si trattava di una domanda finta, puramente retorica, fatta tanto per farsi in quanto la risposta non poteva che esser positiva. Questa particella era “nonne”. Perciò se si chiedeva, appunto retoricamente, ad un vecchio se per caso fosse giovane o a un uomo se fosse donna, i latini aggiungevano “nonne” per chiarire, a tutti, che non si trattava di una domanda posta da uno sciocco. Vale a dire di una domanda reale che esigeva una risposta negativa o affermativa: era soltanto una domanda finta, perché ammetteva soltanto una risposta positiva. Grillo ha fatto una cosa del genere, ma si è dimenticato di mettere “nonne” alla fine del messaggio, alla fine di una domanda del tutto finta. Così facendo, Grillo si è preso letteralmente gioco, da un lato, dei suoi stessi elettori, dall’altro di tutti gli italiani.

Dico dei suoi elettori perché, con quella domanda finta, ha indotto tutti o quasi a rispondere di sì. E ha taciuto la domanda vera, che invece si è ben guardato dal porre. Salvo poi venirci a dire – come di certo verrà a dire o forse avrà già detto ieri sera sul tardi – che la piattaforma dimostra che gli elettori dei pentastellati vogliono che si entri a far parte del Governo. Bugia sesquipedale, questa, dal momento che gli elettori hanno risposto a ben altra domanda e che tale risposta viene invece letteralmente piegata ad altra esigenza. Dico degli italiani, perché stiamo tutti aspettando – Draghi e Sergio Mattarella compresi – che questi elettori si pronuncino sulla domanda.

Ma se la domanda è finta, cosa aspettiamo? Aspettiamo il nulla, cioè una risposta già contenuta nella domanda. Questo l’operato di Grillo, il quale, dopo tutto, a pensarci bene, non è che un comico e dunque da comico si comporta. Peggio per chi gli ha dato tutto quel potere di cui gode, cioè per i suoi elettori. Ma chi suo elettore non è, cioè la stragrande maggioranza degli italiani, perché deve subirne le conseguenze?

Aggiornato il 12 febbraio 2021 alle ore 09:32