Il futuro del premier accoltellato

Prima ancora che leggessi tale indiscrezione sui giornaloni che spesso scoprono l’acqua calda, pensavo che se Mario Draghi non è un fesso, e non lo è senza ombra di dubbio, avrebbe dovuto proporre al premier accoltellato, Giuseppe Conte, il ministero più inutile, quello degli Esteri. Inutile soprattutto perché l’Italia non ha mai avuto una politica estera degna di questo nome, anche quando l’Unione europea era ancora lungi da venire. In questo modo l’illustre economista prestato alla politica infliggerebbe un colpo mortale a chi, nel Movimento Cinque Stelle, abbaia alla luna, lanciando anatemi contro l’opzione di appoggiare un futuro Governo istituzionale guidato dallo stesso Draghi. Affidando a Conte un ruolo di puro prestigio nel prossimo Esecutivo, l’ex capo della Banca centrale europea aprirebbe una strada alla folta componente governista – e poltronista – dei grillini, i quali avrebbero un ottimo argomento per tacitare i malpancisti del loro partito in rapida estinzione.

Ovviamente, tale operazione rappresenterebbe un magro contentino per quella vasta platea di politici e giornalisti faziosi, su tutti Nicola Zingaretti e l’impresentabile Marco Travaglio, che avevano puntato stupidamente tutte le loro fiches su un Conte ter, quando era assolutamente cristallino che Matteo Renzi, nella estenuante trattativa, avrebbe continuato ad alzare la posta fino alla rottura definitiva. Detto questo, resta sempre più stringente sul tappeto la questione delle questioni e con la quale Mario Draghi dovrà confrontarsi con i fatti e non con le chiacchiere: ridare agli italiani buona parte delle libertà sociali ed economiche, sciaguratamente tolte da chi ha saputo solo chiudere il Paese, invece di potenziare la risposta ospedaliera. Staremo a vedere.

Aggiornato il 05 febbraio 2021 alle ore 10:44