Il Covid-19 con variante inglese sarebbe stato importato a Roma da un agente dell’Aise che non voleva far sapere di essersi recata a Londra a trovare il proprio fidanzato. Che peraltro apparterrebbe anche al MI6.
Non è una trama di un giallo scritto a quattro mani da John le Carré e Paolo Villaggio, ma la vicenda narrata con dovizia di particolari ieri sera dal sito Sassate.it e firmato dal direttore Guido Paglia. Persona informatissima sulle dinamiche e gli interna corporis dei militari. L’Aise infatti è il nome che indica l’ex Sismi, cioè il delicatissimo nostro organismo di controspionaggio militare che si occupa fra l’altro di pagare per conto del Governo italiano i riscatti per liberare gli italiani che vengono rapiti all’estero dai terroristi islamici o similaria quando si avventurano in luoghi sconsigliati per il turismo. Tutto questo naturalmente prima del Covid.
Post-Covid, invece, ci sta il rischio che all’Aise debbano occuparsi dei propri membri di stanza in Paesi a rischio epidemico che si avventurano e si infettano inseguendo amanti e fidanzati e che, una volta tornati in patria, cercano di non fare sapere dove hanno passato il week-end perché non vengano scoperte le proprie relazioni amorose e pericolose e per non doversi disturbare a dover effettuare un tampone molecolare. Con l’effetto collaterale che adesso a Forte Braschi si teme un focolaio infettivo della versione più contagiosa del virus. Un “cluster” per dirlo all’inglese.
Aggiornato il 22 dicembre 2020 alle ore 12:11