L’analfabeta funzionale

L’espressione “analfabeta funzionale” è piaciuta molto al volgo, a tal punto che ne abusa a sproposito per identificare tutti coloro che hanno un pensiero diverso dalla massa. Metti in dubbio che l’esecutivo sia in grado di fronteggiare la pandemia? Sei un analfabeta funzionale e per giunta negazionista. Pensi che il lockdown prossimo venturo potesse essere evitato? Allora sei contro il lockdown, un barbaro che non comprende il momento drammatico. Inutile spiegare che il lockdown è solo l’effetto visibile e inevitabile di un infelice approccio al problema, perché sei già catalogato come gonzo e incapace di leggere i dati. Dovresti tornare a studiare o quanto mento essere ricacciato in una fogna senza appello.

Questa è l’ora dei partigiani, degli apocalittici a convenienza, dei virologi laureatisi all’ “Università della vita”, degli statisti (autodefinitisi tali prima che passi la terapia di Prozac). In prima linea i filogovernisti (che spesso coincidono con filo-guappi alla Vincenzo De Luca) convinti a tal punto che questo Governo sia prossimo al capolinea da sperare di arroccarsi a pane, lockdown e reddito universale per tutti. Una sorta di apocalittico congelamento democratico in attesa che Matteo Salvini sparisca in qualche modo, che la sinistra risorga o che una botta di fortuna li assista. Nel frattempo, nessuno si permetta di obiettare perché altrimenti viene verbalmente messo al rogo. Nemmeno il dramma li rende meno faziosi.

La situazione è complicata, la pandemia esiste e morde più che mai, gli ospedali cominciano a saturarsi e le difficoltà non sono solo un fatto italiano. Certo che un “però” esiste e forse risiede nei continui Dpcm che ogni tre giorni il Governo emana pieni zeppi di confusione, contraddizioni, raccomandazioni, forti raccomandazioni, attività chiuse ma non troppo, campionati di calcio dilettantistici chiusi a metà, discoteche chiuse solo dopo le nottate brave di quest’estate. La confusione regna sovrana, non c’è una linea, un progetto che in questi mesi di “esperienza” sia stato elaborato dal nostro esecutivo. Solo una sfilata di conferenze stampa, una enorme collezione di decreti e una comitatotecnicocrazia incapace.

Questa potrebbe essere la nostra visione, viziata degli eventi. Ma allora perché il professor Matteo Bassetti ha ritenuto di dover dismettere i panni dello scienziato scendendo in campo contro le decisioni ondivaghe del Governo? È un pericoloso analfabeta funzionale salviniano? E perché il viceministro Pierpaolo Sileri ha mostrato il suo disaccordo con l’ultimo Dpcm, minacciando di andarsene e gridando contro il terrorismo mediatico che sta bloccando il Paese? Anche l’immunologa Antonella Viola dell’Università di Padova è una pericolosa negazionista insieme al virologo Giorgio Palù, entrambi contrari alla linea governativa?

Sul versante politico, Matteo Renzi – che potrebbe starsene accucciato al caldo a prendersi i benefici della sua appartenenza alla maggioranza – è talmente sprovveduto da picconare pesantemente il Governo per la sua gestione della crisi sanitaria? E Andrea Marcucci – riferendosi forse ma non solo al ministro dei banchi a rotelle – è forse un kamikaze quando, rivolgendosi al presidente del Consiglio, afferma “deve valutare lei, non altri, se i singoli ministri sono adeguati alle emergenze che stiamo vivendo, visto quello che si legge sulla tenuta della maggioranza”. È evidente che un problema di competenze, di spessore personale e culturale esista e venga fuori prepotentemente. Questo Governo di parvenu è la cosa peggiore che ci poteva capitare in un momento così delicato.

Aggiornato il 31 ottobre 2020 alle ore 17:16