
La risoluzione recentemente approvata dal Parlamento europeo, che di fatto ha equiparato l’ideologia comunista e dei suoi simboli a quella nazista, non riesce ad essere accettata da una gran parte dell’opinione pubblica italiana. I milioni di morti causati da entrambi i regimi hanno portato ad elaborare un testo che sostanzialmente “condanna con la massima fermezza gli atti di aggressione, i crimini contro l’umanità e le massicce violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da quello comunista e da altri regimi totalitari” e che “esprime inquietudine per l’uso continuato di simboli di regimi totalitari nella sfera pubblica e a fini commerciali ricordando che alcuni Paesi europei hanno vietato l’uso di simboli sia nazisti che comunisti”.
La formula definitiva del testo è stata la sintesi di quattro diverse proposte di risoluzione, tra cui, la più dura, presentata da esponenti dell’Europa centrale – in particolare quella parte che ha potuto sperimentare la dittatura comunista – poneva sullo stesso piano Olocausto, gulag e deportazioni sovietiche dai Paesi baltici. La bozza sottolineava “l’urgente necessità di sensibilizzare e di effettuare valutazioni morali e giuridiche dei crimini delle dittature comuniste”, come già accaduto con quelli nazisti, “giudicati e puniti attraverso i processi di Norimberga”. Un approccio inatteso alla storia, letta senza lenti ideologiche, che finalmente deve aver convinto anche il gruppo parlamentare europeo che comprende il Partito Democratico, schieratosi a favore della risoluzione. Nel dibattito che ha preceduto la votazione, gli interventi a sostegno della risoluzione hanno ricordato come comunismo e nazismo sono stati accomunati dall’avversione alla civiltà liberale, al libero mercato e al parlamentarismo. Entrambi volevano creare una società nuova, razzialmente pura per i nazisti, distaccata dalla proprietà e priva di religione per i comunisti. Per attuare il cambiamento totale e l’azzeramento delle preesistenti forme sociali, da una parte operava il Partito Nazista con la struttura delle Ss, dall’altra il Partito Comunista con la sua organizzazione ferrea e gerarchica. Anche l’imbarazzante confronto sulle cifre relative ai milioni di morti provocati dai due regimi è stato oggetto di doloroso approfondimento.
Quello che è avvenuto nel Parlamento europeo non si è però tradotto nella quotidianità italiana, dove l’equiparazione, passata quasi in sordina, è vista come una bestemmia. In questi giorni, infatti, a leggere le dichiarazioni di condanna seguite ai disordini che hanno rovinato le manifestazioni di protesta contro le misure Covid, sembra che nel nostro Paese la risoluzione, volta a cancellare una volta per tutte le divisioni tra comunismo e nazismo, non sia stata ancora ben metabolizzata. Invece di attribuire i disordini a delinquenti e basta, siano essi di Forza Nuova che dei centri sociali, si è voluto sbrigativamente etichettare la matrice politica colpevolizzandone, come da consuetudine, più una di altre. Nonostante i colpevoli siano stati immediatamente individuati e arrestati – a Milano e Torino principalmente attivisti della sinistra estrema dei centri sociali e alcuni nordafricani anche minori, a Roma ultras e militanti di Forza Nuova – si è giunti a coniare il termine “fascismo di sinistra” pur di far risalire gli episodi ad una sola matrice, senza distinzioni. L’accozzaglia di farabutti in piazza solo per rovinare composte proteste, probabilmente, non ha mai sentito parlare di nazionalsocialismo, pangermanesimo o socialismo internazionale ma è stata così elevata a soggetto politico.
Nel suo ultimo libro, “La teoria dell’oblio”, Paolo Mieli ricorda “che oggi più che nel passato il ricordo si intreccia in modo eccessivo con il presente…e tale aggrovigliamento tra passato e presente ci intossica”. Per cui è difficile voltare pagina rispetto agli eventi del passato, in modo da guardarli da una giusta distanza. In Europa con la risoluzione votata sono riusciti a voltare quella pagina, in Italia forse i tempi non sono ancora maturi.
Aggiornato il 31 ottobre 2020 alle ore 09:29