I negazionisti del buon senso

In Germania sta spopolando un libro che già nel titolo esprime con chiarezza il punto di vista dei suoi autori: Karina Reiss, ricercatrice e docente all’università di Kiel, e Sucharit Bhakdi, medico specialista in microbiologia ed epidemiologia delle infezioni. In particolare nel testo, che ha già venduto oltre due milioni di copie, vengono duramente criticate le misure adottate dall’Italia. Misure che, a parere degli autori, hanno influenzato assai negativamente la strategia adottata in molti Paesi occidentali.

Secondo questi due studiosi, “tutte le decisioni italiane sono state sbagliate”; tra le tante vengono aspramente criticate, definite prive di senso, le chiusure dei locali notturni e l’obbligo di far indossare la mascherina all’aperto nei luoghi della movida. Ma è sulla scuola che l’atto d’accusa contro il Governo italiano si fa più duro. “Forzare i bambini a indossare le mascherine – sostengono Reiss e Bhakdi – è un atto criminale e andrebbe perseguito”.

In estrema sintesi, gli autori del best seller portano avanti, basandosi molto sui numeri, una tesi che da noi verrebbe immediatamente cestinata dalla grande stampa col marchio infame del negazionismo. Ovvero la convinzione che l’emergenza sanitaria sia stata ingigantita e che, in forza di ciò, si siano adottate misure “totalmente inappropriate oltre che insensate”.

Le chiusure, in sostanza, oltre a non aver affatto inciso sull’andamento dell’epidemia, come dimostra il caso della Svezia, la quale ha ancora un tasso di mortalità più basso di quello italiano, hanno compresso in maniera insopportabile i diritti costituzionali dei cittadini, “causando danni collaterali irreparabili”.

Danni, mi permetto di aggiungere, che per un sistema già agonizzante come il nostro assumeranno nei prossimi mesi il volto di una vera e propria catastrofe, soprattutto sul piano economico.

Ma questo non sembra interessare al partito unico del virus, il quale continua a tenere in emergenza il Paese per una mortalità con Covid-19, e non per il Covid-19, che da mesi appare mediamente più bassa rispetto a quella delle persone che si tolgono la vita, circa 11 ogni giorno. Per non parlare di tutte le patologie più gravi, che risultano ancora drammaticamente trascurate dal Servizio sanitario nazionale. Quest’ultimo impegnato a gettare nello sciacquone colossali risorse, sotto forma di tamponi e test sierologici, nell’assurda ricerca di una massa di positivi, definiti “casi” dall’informazione del terrore, che nella stragrande maggioranza risultano asintomatici.

Ed io in tutto ciò, non da oggi, intravedo una grande manifestazione di negazionismo, ma non quello con cui si bollano come eretici coloro i quali, in linea con quanto scritto dai due studiosi summenzionati, ritengono eccessive e controproducenti le misure adottate per contrastare una pandemia clinicamente quasi estinta. Il negazionismo a cui mi riferisco è quello del buon senso, il quale continua a produrre a getto continuo decisioni sbagliate, mantenendo la società italiana in una surreale condizione di semi-paralisi. D’altro canto, come ci ricorda il titolo di una famosissima incisione di Francisco Goya: “Il sonno della ragione genera mostri”.

Aggiornato il 03 settembre 2020 alle ore 10:32