
Sono un tecnico ma, al tempo stesso, sono un cittadino di questo Paese e come tale sono anche un elettore, quindi ho diritto ad esprimere non il mio sconcerto ma il mio dolore nell’assistere ad un vero suicidio di massa da parte di tutti coloro che, in vari ruoli o anche da semplici elettori, sono legati al Partito Democratico. E, devo essere sincero, mentre mi aspettavo un ripetersi della evidente e patologica schizofrenia del Movimento 5 Stelle, non credevo e non credo ancora che un segretario come Nicola Zingaretti possa continuare ad insistere su un possibile matrimonio con il Movimento 5 Stelle. Mi meraviglio, in particolare, che questa sua intenzione la possa attuare senza convocare prima un Congresso del partito.
Il Movimento 5 Stelle non ha bisogno di congressi e in questo caso neppure della piattaforma Rousseau, che viene invocata sistematicamente ma di cui è già scontato il risultato. In particolare i due quesiti posti dalla piattaforma erano i seguenti: il primo era quello sul mandato zero, il secondo sulla possibilità di allearsi con altre forze politiche, ed è davvero interessante la dichiarazione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Io voterò sì, credo sia giusto. Perché il Movimento si evolve e mai come in questo momento sta prendendo coscienza del fatto che perdere persone che abbiano maturato una tale esperienza come Virginia sarebbe suicida”. In merito alle alleanze sempre Di Maio ricorda che “Giuseppe Conte non sarebbe dov’è se il Movimento non avesse saputo superare le proprie rigidità, per questo vogliamo continuare a combattere per cambiare il Paese o restare a guardare”.
Le dichiarazioni del ministro Di Maio erano scontate; ormai gli italiani e l’intera base del Movimento 5 Stelle, in soli due anni di Governo, ha capito che all’interno del Movimento esiste tutto esclusa la coerenza, esiste tutto escluso l’impegno a difendere i propri principi; gli esempi e i casi sono tanti e di grande rilievo: mi riferisco alla nuova linea ferroviaria Torino-Lione, all’Alta velocità Milano-Venezia, al nodo ferroviario di Firenze, all’Ilva di Taranto, alla Trans Adriatic Pipeline (Tap), al collegamento stabile tra la Sicilia e il continente e, in fondo, anche al comportamento con la società concessionaria della rete autostradale Aspi.
Quindi, di fronte a queste inimmaginabili girandole ero sicuro che, prima o poi, sarebbero stati disposti a perdere ancora una volta la loro verginità e, come già avvenuto in occasione delle elezioni regionali in Umbria e come sta avvenendo in quelle della Liguria, acconsentire a questa anomala alleanza. Anomala per i grillini non perché fossimo sicuri della loro inattaccabile coerenza quanto pensavamo che il concetto di alleanza per il Movimento era l’unico elemento, l’unica caratteristica, l’unica condizione che non poteva essere mai invocata perché automaticamente avrebbe denudato il Movimento stesso della sua capacità di coinvolgere e di convincere coloro che cercavano proprio un organismo libero da rischiose e pericolose alleanze. E questa mia osservazione, sicuramente banale, farà perdere non solo il consenso dell’elettorato ma anche il consenso all’interno della enorme schiera di parlamentari. In questi momenti nessun parlamentare del Movimento denuncia il proprio sconforto e la propria contrarietà perché rischierebbe di essere cacciato in un momento in cui per molti di loro, in caso di non conferma del mandato elettorale, rimarrebbe come unica possibilità il “reddito di cittadinanza”; però incontrandoli separatamente ad una cena o per caso in un bar si ha modo di sentire le loro lamentele, le loro delusioni, in realtà la loro vergogna perché, in fondo in fondo, la maggior parte di loro credeva nelle cose “gridate” da Beppe Grillo, credeva che “loro” non sarebbero stati mai come gli altri, che loro erano portatori di un mandato: “Reinventare il Paese cambiandolo”. E invece tutto è finito con matrimoni, a mio avviso di interesse, prima con la Lega e poi con il Partito Democratico.
Per il Pd invece questa scelta del segretario Zingaretti è davvero preoccupante perché, come ho detto prima, sarebbe stato quanto meno utile prima una verifica congressuale ma qualcuno potrebbe obiettare che già pochi mesi fa in occasione delle elezioni regionali in Umbria il Partito Democratico aveva fatto una alleanza con il Movimento 5 Stelle senza una adeguata verifica interna al partito; ma quello dell’Umbria era, anche se fallimentare sin dall’inizio, un tentativo dell’ultimo momento per evitare di regalare al centrodestra una Regione roccaforte da sempre del Pd, ma dare vita ad una alleanza con il Movimento 5 Stelle anche per il Pd è un vero e drammatico suicidio e, stranamente, questo atto dimostra che il centrodestra è più forte di quanto lo immaginiamo, di quanto lo immagina l’enorme famiglia di sondaggisti.
Chi è iscritto al Pd, chi è vicino a ciò che chiamiamo area di sinistra, sa benissimo che il proprio Dna non può avere alcun legame, alcuna interazione con chi ha sempre posseduto una forte “ignoranza democratica”, con chi non ha mai creduto nella delega parlamentare. E allora sono sicuro che questo forte dramma concettuale esploderà subito; anzi è già esploso con la dichiarazione dello stesso segretario Zingaretti a proposito della ricandidatura della sindaca Virginia Raggi. In particolare Zingaretti ha dichiarato: “Non sosterremo mai la ricandidatura della sindaca Raggi perché credo che siano stati cinque anni drammatici per la Capitale d’Italia”. Molti ricorderanno che solo un anno fa Zingaretti aveva detto: “Chi mi accusa di essere disposto a fare un Governo con il Movimento 5 Stelle non mi conosce: io non farò mai, ripeto fino alla noia, mai un Governo con questo assurdo schieramento” e quindi i comportamenti e le dichiarazioni di Zingaretti sono poco credibili ma gli altri membri del partito dove sono e dove saranno quando la base elettorale non condividerà una simile scelta e, soprattutto, riterrà ipocrita questa dichiarazione del segretario: “Siamo un’alleanza tra forze diverse che restano diverse, ma per governare bisogna essere alleati, non si può essere avversari. Che si riesca a fare insieme un percorso comune è molto positivo”.
Peccato che questo percorso comune venga fatto con il Movimento 5 Stelle, privo di storia politica e ricco di inesperienza istituzionale.
(*) Tratto dalle Stanze di Ercole
Aggiornato il 02 settembre 2020 alle ore 10:34