Ci ritroviamo peggio di come c’eravamo lasciati e alla fine, agosto, seppure al contrario, sarà la ciliegina sulla torta, quella di un paese che sta fuggendo il controllo di sé stesso, a partire dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene. Sia chiaro anche la gente ci mette del suo, perché in poche settimane di vacanze strane, è saltato tutto, dalla cautela al rispetto delle regole e soprattutto è volato via il buon senso, la ratio e la capacità di scegliere tra il si può fare e il non si può.
Per questo abbiamo assistito dal nord al sud alle ammucchiate festaiole dissennate, dalle spiagge alle strade, ai locali, per non parlare delle ville e delle case, dove come sardine, è sembrato si ballasse alla liberazione, una sorta di esorcismo scatenato, roba da matti, servirebbe Freud. Per carità non siamo i soli, in gran parte del mondo è stato uguale, ma il peggio per l’Italia è che la bussola del governo, della guida del paese che già non c’era o funzionava male, è saltata del tutto, lasciando che la nave scorresse alla deriva.
Alla deriva i conti, le intese, le scelte utili al paese, alla deriva gli sbarchi clandestini tornati un’invasione, alla deriva la minima idea di essere guidati da un esecutivo capace di tenere il timone e fissare la rotta verso un porto sicuro per riparare i danni e ripartire più veloci e forti. Eppure a settembre, tra qualche settimana, ci aspetta un resoconto da brivido e follia, un bilancio della crisi per la pandemia da mettersi le mani nei capelli, perché quel boom di presenze vacanziere, di pienone turistico nei luoghi che c’è stato, è falsato totalmente dalla chiusura precedente.
Insomma in un tunnel buio pesto, basta un cerino per sembrare un’illuminazione a giorno e una candela può essere scambiata per un proiettore, ecco perché diciamo che nelle prossime settimane saranno dolori, altroché le dichiarazioni di Gualtieri. Ma vi sembra normale un ministro a capo del Mef, che annunci con certezza un trimestre finale dell’anno da record, da fuoco d’artificio, addirittura da ripresa fortissima e stupefacente, magari parla perché è convinto che nella testa degli italiani ci sia il vuoto oppure il niente.
In questi ultimi mesi dell’anno succederà il contrario, in economia si conteranno i morti e i feriti di una riapertura malgestita, di una serie di provvidenti scriteriati che al pil gli hanno fatto un baffo, arriverà alla cassa il conto dei 100 miliardi bruciati inutilmente per incapacità e incoscienza.
Ci ritroveremo col debito al 160 percento, i tavoli di crisi aperti, anzi aumentati perché tra chiusure e licenziamenti quando cadrà il veto sarà un inferno, una marea di clandestini in più molti dei quali infettati da covid, fuggiti e sparpagliati ovunque, ci ritroveremo forse nell’ondata di ritorno che anziché scongiurare qualcuno sembra auspicare, alla faccia del governo per salvare gli italiani.
La realtà è che siamo un paese fuori controllo, guidato da una maggioranza di sbandati che in un anno ci ha rovinati, obbligati, chiusi, controllati peggio che in Cina e sospinti nell’abisso, altroché successo trimestrale di Gualtieri, siamo finiti in uno degli incubi peggiori e per uscirne fuori saranno lacrime e dolori.
Eccoci rientrati al pezzo cari amici e riprendiamo, come avrebbe detto il grande Enzo tortora, da dove eravamo rimasti, talis et qualis.
Aggiornato il 24 agosto 2020 alle ore 11:11