La forza contrattuale degli accattoni

Ospite giovedì mattina di Omnibus, in onda su La7 e condotto da Alessandra Sardoni, l’eurodeputato grillino Dino Giarrusso, che considero uno dei più insopportabili demagoghi del Movimento 5 Stelle, ha cercato malamente di spiegare i motivi per i quali il suo partito appare ferocemente contrario al famigerato Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. A suo parere il fatto di ricevere fino a 36 miliardi di euro, con un tasso risibile poco superiore allo 0,1 per cento annuo e scadenze lunghissime, non sarebbe sufficiente a giustificare i gravi rischi per la nostra sovranità insiti in tale forma di finanziamento. A suo parere l’unica condizionalità “imposta” dall’Europa, cioè quella di utilizzare anche in modo indiretto questi fondi esclusivamente nel settore sanitario, ci esporrebbe a non si comprende quale catastrofe.

In realtà, così come in altre imbarazzanti vicende in cui i grillini di governo hanno imposto i loro diktat di lotta, tra cui molte grandi opere necessaria all’ammodernamento del Paese, anche in questo caso si tratta dell’ennesima bandierina ideologica che codesto partito di scappati di casa tenta disperatamente di piantare, con l’unico e malcelato scopo di recuperare il consenso oramai irrimediabilmente perduto. Portatori di una delirante visione basata sulla decrescita “felice”, fondata su una economia a chilometro zero che in un sistema di trasformazione come il nostro non è praticabile neppure su piccola scala, gli esponenti pentastellati continuano a distinguersi con una linea politica, se così vogliamo definirla, che sembra sempre più in antitesi alla logica e al buon senso.

Un fritto misto di intollerabile giustizialismo e di statalismo paternalista in cui la politica dei sussidi a oltranza fa da contraltare alla filosofia del no a qualunque forma di investimento infrastrutturale. Mentre per quel che concerne la questione dirimente degli aiuti provenienti dall’Europa, la quale attraverso gli acquisti della Bce ci consente di restare ancora in piedi, gli stessi pentastellati credono di potersi permettere il lusso di snobbare sdegnosamente il citato Mes sulla base di una illusione cullata da molto tempo: il cosiddetto “too big to fail”. Ossia l’idea secondo la quale gli altri partner comunitari, a partire dalla Germania, non ci farebbero mai fallire a causa delle ripercussioni a catena che la nostra caduta determinerebbe in Europa. Dunque, secondo tali geni di prima grandezza, in questa posizione che si presume inattaccabile potremmo tranquillamente aspirare ad una forma di finanziamento a fondo perduto illimitato e privo di alcuna condizionalità. In pratica, Giarrusso & company sarebbero in possesso di una sorta di pietra filosofale con cui trasformare in ricchezza illimitata i peggiori difetti del nostro sistema: alto debito, spesa pubblica in eccesso e bassa crescita. Tutti elementi di grande fragilità che altrove hanno mandato in bancarotta il relativo Stato. Ma per i grillini, e non solo, che si sentono molto sovrani coi quattrini degli altri, essi sembrano rappresentare fattori di grande forza. La forza contrattuale degli accattoni.

Aggiornato il 03 luglio 2020 alle ore 11:33