Una maggioranza che si regge sulla paura

Dovrebbe essere evidente anche i sassi che l’attuale maggioranza, già in profonda crisi di contenuti ben prima dell’arrivo del coronavirus, ha tutto l’interesse a mantenere in piedi il surreale clima di terrore che ha accompagnato questo disgraziato Paese negli ultimi 4 mesi. Se l’obiettivo di chi sostiene il Governo, in particolare i miracolati del Movimento 5 Stelle, è quello di giungere alla fine della legislatura, si cercherà in ogni modo di aggrapparsi a qualunque argomento per mantenere viva la paura degli italiani, costringendoli a vivere in un sistema di protocolli paranoici, laddove persino un moto ondoso eccessivamente agitato potrebbe far chiudere qualche spiaggia, paventando il solito rischio del contagio. Nel frattempo i ricoveri e le terapie intensive si stanno desertificando – mentre scrivo queste ultime sono occupate da 177 persone  e i soliti “guastafeste” dei clinici, come Alberto Zangrillo e Matteo Bassetti ospiti domenica scorsa del salotto televisivo di Massimo Giletti, ci dicono che in questo momento i morti attribuiti al Covid-19 sarebbero sovrastimati. In particolare, Zangrillo ha spiegato con grande chiarezza che la maggior parte degli attuali decessi, oramai ridotti a poche decine al giorno, avvengono per patologie estranee al virus, sebbene incidentalmente si riscontri una leggera positività al tampone. In sostanza, gli stessi clinici hanno ribadito, senza alcuna pubblica smentita, che allo stato attuale il Covid-19 non risulta più letale come agente patogeno.

Eppure i Savonarola al potere, che continuano ad avere in pugno un Paese completamente disorientato, non molleranno facilmente la presa. Troppo solida appare la convergenza di interessi tra una maggioranza parlamentare che prima del virus veniva data per agonizzante e una schiera di pseudo scienziati che stanno guadagnando onori e gloria, più qualche pecunia che mai olet, da codesta incredibile vicenda sanitaria.

Tant’è che, al contrario di ciò che sta avvenendo ai nostri confini, dove la vita sembra aver oramai ripreso le caratteristiche di prima, da noi si predica come un mantra minaccioso il mantenimento di un regime precauzionale che non appare più giustificato da alcuna ragione concreta. In tal senso la famigerata mascherina, oramai interiorizzata da molti poveri analfabeti funzionali come una sorta di feticcio protettivo, costituisce un formidabile simbolo di oppressione democratica, un vero e proprio bavaglio con cui chiudere la bocca a qualunque ragionevole dissenso nei confronti della dittatura di una maggioranza manipolata dalla strategia del terrore.

Da questo punto di vista anche io sono convinto che dopo il coronavirus le cose non saranno più le stesse in Italia; ma non certamente a causa di un nemico invisibile che si sta rapidamente adattando al suo ospite. In realtà, dopo la lunga e drammatica sospensione delle nostre libertà democratiche, che in parte è ancora in atto in molti aspetti della nostra esistenza, in alcuni cittadini più sensibili e avvertiti, particolarmente dal lato delle garanzie costituzionali, si è avvertita la forte percezione di un Paese che si è irrimediabilmente allontanato dal consesso delle democrazie liberali. Un modello politico di riferimento che il dilagare dei vari populismi, con in testa quello una volta scalmanato dei grillini, aveva già da tempo messo in grande crisi.

Tuttavia, il regime della paura scientemente utilizzato dall’attuale maggioranza per sopravvivere, il quale è riuscito a tenerci carcerati in casa con un semplice atto amministrativo, pare aver inferto il colpo di grazia alla nostra traballante Repubblica. Una Repubblica che, nata sulle macerie di una guerra catastrofica, oggi si è fatta letteralmente annichilire da chi non di è fatto alcuno scrupolo di usare il terrore e la paura sparsi a piene mani come odiosi strumenti di una linea liberticida.

Aggiornato il 18 giugno 2020 alle ore 09:14