La richiesta impraticabile di Zingaretti

Ciò che colpisce è la concomitanza. Nelle stesse ore uno dei fondatori del Partito Democratico, Walter Veltroni, intervista per il Corriere della Sera l’ex presidente francese François Hollande che invoca per la gestione del post-coronavirus l’avvento di un nuovo modello di sviluppo ispirato ai valori del socialismo e l’attuale segretario del Pd, Nicola Zingaretti, chiede a Giuseppe Conte un salto di qualità nell’azione del Governo ispirato ad un nuovo modello di sviluppo contrassegnato dagli stessi valori indicati da Hollande.

Questa concomitanza non è la prova di un complotto internazionale, ma dell’esigenza della sinistra europea e del resto del mondo, Stati Uniti inclusi, di uscire dalla fase della pandemia planetaria con una spinta propulsiva, un’idea che rappresenti la pietra angolare in grado di rilanciarla verso quel governo mondiale che rimane l’ambizione più radicata e profonda della sinistra.

La contemporaneità dell’appello di Hollande con la richiesta a Conte di Zingaretti, rappresenta, in realtà, l’inequivocabile segnale che l’esigenza della sinistra europea non risponda tanto ad una ricerca di innovazione e di soluzioni alla crisi epocale cagionata dalla lunga emergenza scaturita dal coronavirus, ma rappresenti l’innegabile prova della sua ormai evidente inadeguatezza. E se la credibilità di Hollande nel rilanciare i valori del socialismo umanitario e solidale a cui è sempre stato fedele nella sua lunga storia politica non subisce incrinature, quella di Zingaretti appare agli occhi di tutti decisamente compromessa proprio nel momento in cui affida il compito di inventare e proporre un nuovo modello di sviluppo a chi, come il misero Giuseppe Conte, si è trovato del tutto fortuitamente a guidare il Governo italiano ed è incappato nella tragedia della pandemia totalmente sprovvisto di una storia, di una tradizione e di una cultura politica adeguata allo svolgimento di una incombenza tanto impegnativa e tanto intimamente legata ad una salda capacità di visione progettuale come quella di disegnare il percorso che dovrà portare il pianeta verso il sole dell’avvenire e le magnifiche sorti progressive.

Quali strade può percorrere l’ormai Conte dimezzato per soddisfare la richiesta di Zingaretti? Al massimo rimettersi in un cammino già solcato, dando i natali ad una novella edizione dell’infruttuoso e inefficace comitato di esperti presieduto da Vittorio Colao e incaricarlo di imprimere alla sinistra interna ed internazionale la indifferibile spinta di rinascita e quell’idea-forza ormai da tempo perduta e, peggio ancora, annacquata e contaminata da confusi ed alternativi modelli a cominciare da quello cinese e da quello terzomondistica gesuitico proposto da Papa Francesco.

La concomitanza tra le due richieste di Veltroni a Hollande e di Zingaretti a Conte, quindi, rappresenta la dimostrazione del totale irrealismo da parte del Partito Democratico, quel partito che rivendica con fermezza il ruolo di asse portante dell’esecutivo incaricato di guidare il Paese e dare ad esso una prospettiva di rilancio e di crescita nella fase del dopo-coronavirus.

Forse l’idea delle elezioni politiche generali in autunno è l’unica risposta possibile a tanta inadeguatezza!

Aggiornato il 11 giugno 2020 alle ore 09:59