Adesso sono tutti preoccupati per la mancanza di visione dell’attuale Governo. Da Romano Prodi, che ha da tempo espresso questa sua preoccupazione, al Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che si è aggiunto solo da poco all’ex Presidente del Consiglio. Ma se c’è un difetto da contestare a Giuseppe Conte e compagni di esecutivo non è affatto quello della mancanza di visione. Perché gli attuali governanti saranno anche degli incompetenti, ma sanno fin troppo bene cosa debbano fare in attesa dell’arrivo dei fondi europei, che nella più rosea delle ipotesi dovrebbero arrivare non prima del prossimo anno 2021.
La loro visione è quella di restare abbarbicati nella fortezza governativa fino a quando i miliardi promessi non potranno essere impiegati. Con l’idea che non serviranno solo a rilanciare l’economia e far ripartire la produzione, ma potranno e dovranno essere utilizzati per consolidare la loro posizione di governo e renderla inattaccabile ad ogni tentativo di scalata da parte dell’opposizione.
Ha dunque ragione Dario Franceschini quando spiega che la classe politica al governo si trova di fronte ad una occasione irripetibile e che sprecarla sarebbe un peccato mortale.
La visione, dunque, è arrivare a gestire in solitudine i fondi europei. Per consolidare un assetto di potere fondato sul rapporto privilegiato ed irreversibile tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle. Si tratta di una visione cinica ai limiti della brutalità? Può essere. Ma è la politica. E con il suo realismo e la sua concretezza bisogna fare i conti. Sapendo perfettamente che ogni buon proposito ed ogni scrupolo si piegheranno a questi imperativi se, nel frattempo, non verrà aperta una breccia nel blocco di potere che sogna il proprio consolidamento piuttosto che la ripresa del Paese.
Ad aprire questa breccia potranno essere solo le elezioni regionali e gli interessi contrastanti di Pd e M5S. Ma, anche e soprattutto, la capacità dell’opposizione di contrapporre alla visione egoistica e cinica della maggioranza una visione per il futuro in grado di essere condivisa dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica nazionale.
Aggiornato il 01 giugno 2020 alle ore 09:44