Il suk europeo ed il Conte levantino

La minaccia lanciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una intervista al quotidiano tedesco Bild, di una Italia pronta a fare da sola se l’Europa non dovesse fornire il suo aiuto in questo momento di dramma collettivo da coronavirus è stata giustificata da Andrea Orlando, del Pd, come una forzatura imposta dalle esigenze della trattativa in corso con i Paesi del Nord decisi a respingere le richieste dei Paesi del Sud Mediterraneo.

Ma la giustificazione di Orlando sembra trasferire la trattativa con l’eurogruppo in un suk arabo dove è regola rispondere alla richiesta troppo esosa per l’acquisto di un tappeto o di qualsiasi altro oggetto voltando le spalle e minacciando di andarsene. Alle volte la trovata funziona. Se il venditore si rende conto che il possibile acquirente non ha alcun problema ad andarsene sul serio, cede sul prezzo ed accetta un compromesso rinunciando al massimo guadagno pur di vendere comunque la merce.

Può essere che anche nelle trattative diplomatiche il metodo suk possa essere efficace. Ma solo alla condizione indispensabile che la minaccia di andarsene di chi vuole il tappeto diventato nel nostro caso l’eurobond sia una effettivamente credibile. Cioè che l’ipotesi del “fare da soli” appaia una prospettiva talmente reale ed immediata da spaventare sul serio il negoziante.

Calata nella trattativa a cui si riferisce Orlando, la minaccia di Conte può spaventare Olanda, Germania, Finlandia ed Austria solo se gli interlocutori del nostro premier si convincono che, sia pure nelle condizioni disperate in cui si trova, l’Italia sarebbe effettivamente disposta a far saltare la Ue nel caso le sue richieste non venissero accolte.

Se alle spalle di Conte ci fosse un governo da sempre euroscettico e talmente critico nei confronti dell’Unione da rendere credibile la minaccia dell’“Italexit”, gli interlocutori del presidente del Consiglio potrebbero cadere nel bluff del massimo rappresentante politico italiano. Ma sarebbe sbagliato illudersi che i politici olandesi e tedeschi non conoscano alla perfezione il quadro interno del governo italiano. Segnato da una frattura politica e culturale tra i rappresentanti del Pd fermi a quell’europeismo oltranzista con cui hanno sostituito nel passato la loro antica fede nell’ideologia comunista e quelli del Movimento Cinque Stelle, che non hanno posizioni ideologiche sull’argomento ma che tendono sempre a seguire gli umori del proprio elettorato, al momento fortemente antitedesco ed antiolandese.

È facile prevedere, allora, che la minaccia di andarsene dal negozio europeo non faccia alcun effetto. Tranne quello di aumentare ulteriormente i soliti pregiudizi contro gli italiani che anche nelle situazioni più drammatiche non rinunciano a mettere in mostra il loro lato più levantino.

Per avere gli eurobond la minaccia dell’”Italexit” deve essere credibile. Altrimenti diventa risibile e provoca danni!

Aggiornato il 10 aprile 2020 alle ore 11:01