Io non lo so se la Mario Draghi sia la soluzione ai problemi della nostra economia; so che è competente e conosce bene il mondo della finanza.

So, inoltre, che, agli occhi del mondo di cui stiamo parlando, gode di una credibilità elevatissima, al contrario di quanto accade a chi ci governa. In parole povere: Mario Draghi è persona il cui patrimonio di affidabilità rappresenta una garanzia per coloro che, se del caso, dovrebbero farci un prestito o consentirci di infrangere i limiti di legge al disavanzo pubblico.

Su questo, penso, siamo tutti d’accordo, fatta eccezione per i soliti sciagurati i quali, sentendo il nome di Draghi, hanno pensato a Goldfinger, il malvagio al soldo dei poteri oscuri.

Dunque, il problema non è “se” Draghi, ma “quando” e “come” Draghi.

Questo, naturalmente, dipende dal tempo che abbiamo a disposizione.

Secondo Draghi, non ne abbiamo affatto: o interveniamo immediatamente, oppure la recessione travolgerà un numero così elevato di imprese e causerà una perdita di posti di lavoro così drammatica da vanificare ogni sforzo di ripresa. Il che vale quanto dire: con 25 miliardi, 50 o che so io, non si va da nessuna parte. Sarà tutto inutile. Servono, pare di capire, interventi strutturali adeguati nell’immediato ed un piano strategico di medio periodo. Sono pronto a scommettere sul fatto che le forze di governo faranno il possibile per restare dove sono e spingeranno Draghi a dichiarare di non avere alcuna intenzione di assumersi responsabilità di governo.

Chi sono, costoro che stanno al governo? Di chi sono espressione?

Vediamo un po’:

1) i fautori del reddito di cittadinanza (che coincidono, in parte, con i “No-vax”);

2) i giustizialisti d’accatto contrari alle opere pubbliche ed ai grandi lavori perché fonti di malaffare;

3) i burocrati, i cui stipendi sono pagati (per ora) con il denaro versato sotto forma di imposte dai privati;

4) i capi bastone del populismo becero, quelli che con un diploma alla Scuola di amministrazione aziendale pensano di avere titoli a sufficienza per discutere di finanza pubblica; gli ex bibitari, gli ex deejay e così via.

Costoro, tutti insieme, non vogliono Mario Draghi, espressione della bieca finanza dei potenti. In realtà, non vogliono nessuno che sappia leggere, scrivere e far di conto. Se si materializzasse Newton, direbbero che fa parte della casta e, pur di toglierselo di torno, lo manderebbero a guardare il cielo.

Ecco. Dev’essere andata proprio così, quella volta che Newton scoprì la legge della gravitazione universale.

Aggiornato il 01 aprile 2020 alle ore 12:48