Teniamoci stretti i nostri presidi di libertà

A prescindere dal proprio orientamento politico, soprattutto in un momento così buio per la nostra democrazia, in cui ci sono state sospese per motivi sanitari molte fondamentali prerogative costituzionali, dobbiamo apprezzare e tenerci stretto il piccolo ma significativo presidio di libertà costituito dall’Opinione.

In questo senso ho particolarmente apprezzato il commento di ieri del direttore, Arturo Diaconale. Si è trattato di un autorevole avvertimento circa i rischi, che a questo punto della vicenda coronavirus nessuno dovrebbe più sottovalutare, di una strisciante deriva autoritaria, seppur sotto le mentite spoglie di una superiore tutela collettiva della salute.

Mentre scrivo il provvedimento annunciato di impedire anche passeggiate e jogging sembra ancora sospeso. Ma se esso dovesse alla fine essere adottato ufficialmente, costringendo tutti quanti ad uscire solo per la più stretta e ben motivata necessità, ci troveremmo di fatto a vivere una condizione di sostanziale reclusione in casa a tempo indeterminato. Roba che neppure il Cile di Pinochet ha mai sperimentato. E tutto ciò senza che vi sia alla base una dettagliata e convincente motivazione tecnico-scientifica. Elemento, quest’ultimo, assolutamente necessario quando si decide di adottare misure di così grave compressione delle citate libertà costituzionali.

In realtà nessuno finora è riuscito a dimostrare alcun nesso con l’asserzione, ribadita ancora oggi da una giornalista del Tg3 a mo’ di pappagallo, “c’è ancora gente corre e cammina liberamente” con la crescente, ahinoi, conta dei morti del coronavirus. Invece presso una grossa parte della popolazione, sempre più allarmata anche a causa di provvedimenti sempre più drastici la cui ratio viene giustificata in maniera approssimativa, è passato il pericoloso nesso causale tra la libertà di uscire esercitata ancora da alcuni, in verità assai pochi, e la curva dei decessi. Ho letto decine e decine di post sui social in cui moltissime persone accusavano i podisti e i camminatori di essere responsabili di tale moria. E questi sono i frutti avvelenati di un clima di terrore la cui responsabilità ricade in primis sul Governo, sostenuto in questo a spada tratta dai principali mezzi d’informazione.

Io non so se l’operazione, assolutamente riuscita, di far passare chi corre o passeggia come novelli untori di una pandemia seria, ma che non ha nulla a che vedere con la peste bubbonica, sia stata preordinata. Spero francamente di no. Tuttavia non possiamo fare a meno di vedere in questo una notevole somiglianza con antichi e più recenti regimi dittatoriali, alcuni particolarmente feroci, sempre piuttosto inclini a scaricare su qualcun altro, attraverso gogne e processi sommari, la responsabilità dei propri fallimenti. In questo senso gli spietati sistemi comunisti che hanno imperversato nel mondo per decenni, con deportazioni in massa ed esecuzioni di milioni di presunti sabotatori, hanno fatto scuola.

Ma se questa improvvisa criminalizzazione di chi, senza far male a nessuno, pensa con qualche ragione di salvaguardare se stesso, e indirettamente la società, rinforzando le proprie difese immunitarie attraverso una mezz’oretta passata sotto il sole primaverile, è totalmente fortuita, il Governo batta un colpo. Se invece correre e passeggiare in solitaria, seguendo rigorosamente tutte le norme previste, rappresenta comunque un rischio per la salute pubblica lo stesso Governo ce lo spieghi con argomenti scientifici; ma se così non fosse, se tutto questo ambaradan che da qualche giorno sta trasformando moltissime persone incolpevoli in untori del terzo millennio non ha alcun fondamento teorico, beh, allora forse è meglio che esso taccia per sempre.

Resta comunque il fatto che un problema che sembra sempre più localizzato in alcune zone d’Italia, in particolare la Lombardia, ha portato il Governo e molti enti locali a militarizzare in maniera sempre ferrea l’intero Paese. E mentre l’illustre virologa Ilaria Capua dichiara in tv che proprio la Lombardia mostra un tasso di letalità 10 volte superiore al resto d’Europa e d’Italia, con alcuni quotidiani che segnalano che ben 9 persone su 10 in questa regione muoiono prima di giungere in rianimazione, chi comanda ha deciso di calare una cortina di ferro sulle nostre case per una infezione grave, ma che nell’85 per cento dei casi si manifesta con sintomi appena percepiti. Meditiamo gente, meditiamo.

Aggiornato il 20 marzo 2020 alle ore 12:13