L’estinzione di massa dei grillini

Al di là degli innumerevoli strafalcioni politici e programmatici che hanno caratterizzato la doppia esperienza di governo del Movimento 5 stelle, l’avvio di una sua rapida estinzione di massa segnalata in Umbria, avendo raccolto poco più del 7 per cento dei consensi alle Regionali, era da tempo del tutto scontata. In estrema sintesi, dopo essersi alleati, per così dire, prima con il diavolo e poi con l’acqua santa pur di tenersi poltrona e lauto stipendio, e non avendo messo in pratica nulla di quanto hanno raccontato con leggerezza per anni, l’elettore medio non trova più alcuna ragione plausibile per continuare a votare i grillini

Persa del tutto la loro principale forza persuasiva, consistente in una sorta di riproposizione più caciottara di una ben nota differenza cromosomica rispetto ai cosiddetti partiti di sistema, gli epigoni di Beppe Grillo si sono rapidamente ritrovati a fare i conti con la brutale realtà dei fatti, la quale li ha altrettanto rapidamente costretti a difendere con i denti e con le unghie le posizioni acquisite attraverso una irripetibile combinazione di eventi favorevoli. 

Dopo aver profittato in lungo e in largo delle gravi debolezze di un Paese affetto da forme preoccupanti di regressione politica, i baldanzosi esponenti pentastellati del cambiamento, una volta raggiunta l’agognata stanza dei bottoni, hanno dovuto dismettere gli abiti della protesta per indossare quelli della responsabilità. Ma così facendo, e facendolo obiettivamente peggio di chi li ha preceduti – e questo è tutto dire –si sono ampiamente meritato lo stigma popolare del “sono come gli altri” o ancor più volgarmente tradotto con il famoso “ammazza ammazza, sono tutti una razza”.

A questo punto, dopo aver evidenziato tutta la loro inconsistenza politica, culturale e programmatica, ben poco servirà ai grillini per recuperare il grande consenso perduto.  Né le strampalate proposte del suo comico fondatore e né il ritorno ad uno splendido isolamento all’opposizione potranno far recuperare al M5s la perduta reputazione di nuovi e diversi rappresentanti della nazione. Rappresentanti di una fortunata stagione politica inevitabilmente predestinati a rientrare assai velocemente tra i ranghi dei cittadini comuni.

Aggiornato il 29 ottobre 2019 alle ore 11:56