Le bananiere in disuso come la Vlora nel 1991

Le ultime bananiere della Chiquita stanno andando in pensione. Su questi enormi container dei mari sono puntati gli occhi di molti osservatori internazionali. Le Ong reputano che, alcuni “benefattori” potrebbero acquistarle a poco, forse armarle per raccogliere il guanto di sfida al Decreto Salvini (noto anche come Decreto sicurezza bis).

Un ufficiale della Capitaneria di Porto di Bari è oggi a riposo, ma nel 1991 registrava l’ingresso della nave Vlora, e non ha dubbi: “Non mi va d’espormi, ero molto amico dell’allora sindaco di Bari, Enrico Dalfino - dice nell’anonimato l’ufficiale - ricordo la Vlora perché era una nave italiana, varata come Ilice più di sessant’anni fa ad Ancona, poi finita svenduta ad una società di Durazzo che la ribattezzava Vlora. Non posso dimenticare l’8 agosto del 1991: sbarcavano a Bari più di ventimila migranti. Per me le bananiere svendute dalla Chiquita possono agevolmente finire in mano a società danesi, olandesi e tedesche di supporto alle Ong; costano poco, trasportano tanto e possono garantire un’ottima prova di forza, sul genere di quella della Vlora”.

Enrico Dalfino è venuto a mancare qualche anno fa, ma sua moglie Anna ricorda che “andò subito al porto, prima ancora che la Vlora sbarcasse: a Bari non c’era nessuno del mondo istituzionale, erano tutti in vacanza, il prefetto, il comandante della polizia municipale, persino il vescovo era fuori. Quando uscì di casa però non immaginava quello a cui stava andando incontro - ricorda Anna Dalfino - Dopo qualche ora mi telefonò dicendomi che c’era una marea di disperati, assetati, disidratati, e aveva una voce così commossa che non riusciva a terminare le frasi. Non dimenticherò mai l’espressione che aveva quando tornò a casa, alle 3 del mattino dopo”.

La storia della Vlora ha molto in comune con le bananiere oggi in disarmo: il 7 agosto 1991 la nave entrava nel porto di Durazzo, era di ritorno da Cuba dove aveva caricato zucchero. Dopo le operazioni di sbarco del carico nel porto albanese, 20mila persone convincevano il comandante Halim Milaqi a salpare per l’Italia. Halim Milaqi complice o convinto da qualcuno importante? Gli interrogativi sulla Vlora rimangono tutti. Dopo quella prova di forza iniziarono le emigrazioni di massa dall’Albania verso l’Italia: particolare non secondario è che tutti gli albanesi erano numericamente inferiori agli abitanti di una media regione italiana. Anche l’ingresso al porto presentava similitudini con l’ingresso delle navi delle Ong: il capitano Halim Milaqi forzava il blocco portuale comunicando di avere “feriti gravi a bordo e di non poter fare marcia indietro a causa del grande carico”.

Oggi la presenza delle bananiere sul mercato delle grandi navi in disarmo (acquistabili per il solo peso del ferro vecchio, a ruggine) pone il problema del braccio di ferro tra Ong e Governo italiano. Le multe a carico delle navi che non rispetteranno i divieti introdotti dal Decreto sicurezza bis, ammonteranno a somme tra i 150mila euro ed il milione: innalzate rispetto a quelle attualmente previste dallo stesso decreto, che vanno da 10mila a 50mila euro. Lo prevede l’emendamento al decreto depositato dalla Lega (prima firma Igor Iezzi, capogruppo del partito in commissione Affari costituzionali alla Camera).

“Il ministro dell’Interno può altresì vietare il trasbordo o lo sbarco sul territorio nazionale di cittadini stranieri irregolari”, lo prevede un altro emendamento della Lega al primo articolo del Decreto sicurezza. E prevede già che il Viminale possa “limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica” o se ci sono “violazioni delle leggi di immigrazione vigenti”.

Le Ong hanno annunciato, per bocca di Alessandro Metz (armatore del veliero Alex della Ong Mediterranea), di aver raccolto la sfida lanciata dal Governo italiano. “Queste sanzioni non ci impediranno di salvare vite, che valgono più di un milione di euro - ha detto Alessandro Metz - Con i soldi dovuti dalla Lega, avremmo potuto fare almeno 49 salvataggi. Presto risponderemo con più mezzi”.

Oggi a mandare in pensione le bananiere è proprio la Chiquita Brands International, il maggior produttore di banane al mondo, che per primo armò le navi-frigo a fine Ottocento. Nel Mediterraneo le bananiere Chiquita non si vedono più da tempo, ma possono agevolmente passare da Algeciras (sullo Stretto di Gibilterra), da dove vengono trasbordati i carichi in arrivo dall’Atlantico, battendo bandiere caraibiche, del Belize, della Liberia... I beninformati scommettono che l’eventuale prova di forza potrebbe consumarsi tra luglio ed agosto, forse approfittando delle stesse condizioni feriali che permisero alla Vlora di sorprendere Bari e l’Italia. Le Ong sono convinte che basterebbe l’arrivo di una nave con 20mila migranti per defenestrare il Governo, creando le stesse condizioni di crisi del Viminale del 1991, quando l’allora ministro Vincenzo Scotti vide vacillare la propria poltrona maledicendo quello sbarco ed il cattivo funzionamento delle informazioni d’intelligence.

Aggiornato il 10 luglio 2019 alle ore 11:06