Le illusioni svaniscono il 27 maggio

Gli esponenti più in vista del sedicente Governo del cambiamento continuano a giurare che le clausole di salvaguardia non scatteranno e che, di conseguenza, anche nel futuro prossimo l’Iva e le accise sui carburanti non aumenteranno. Oltre a ciò, aggiungono, si sta studiando il modo di ridurre la tassazione e di trovare un bel po’ di miliardi per rilanciare gli investimenti pubblici. E proprio per rassicurare ulteriormente famiglie e imprese in merito al timore di ritrovarsi un’imposta sul valore aggiunto da record mondiale, il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci, a margine degli Stati generali dei commercialisti, in corso a Roma, si è così espresso: “Pensiamo sia possibile sterilizzare l’aumento dell’Iva nel 2020. Il Governo è al lavoro sulle entrate e sta facendo operazioni sulle tax expenditure e, attraverso detrazioni e lavorando sulle aliquote, si può arrivare a sterilizzare l’aumento dell’imposta previsto il prossimo anno. A contribuire a questa possibilità – aggiunge Bitonci – ci potrebbe essere un margine a fine anno generato dal contrasto all’evasione, dai risparmi derivati dal reddito di cittadinanza e dalla ripartenza dei consumi interni, che è un indice importante. Solo nel primo trimestre – ricorda il sottosegretario leghista – si è registrato un miliardo in più di incasso Iva e questo ci fa ben sperare che, anche assieme a reddito di cittadinanza e quota 100, l’aumento dei consumi porti a maggiori incassi”.

Ma non basta, Bitonci conclude il suo intervento col botto quando sostiene che l’Esecutivo dei miracoli starebbe “elaborando modelli per introdurre la flat tax sui redditi medi, quelli più colpiti dalle tasse”.

Ora, al di là di questa ennesima supercazzola giallo-verde ad uso e consumo dei tanti sprovveduti economici che popolano le nostre lande desolate, nel ragionamento di Bitonci si cela un micidiale ossimoro fiscale. Ossia l’idea, dissimulata dietro l’inglesismo “tax expenditure”, di bloccare gli aumenti dell’Iva e delle accise, abbattendo l’Irpef con la mitica flat tax, attraverso un sostanzioso sfoltimento dell’attuale giungla di agevolazioni fiscali, le tax expenditure medesime. In pratica, vista la drammatica situazione in cui versa la finanza pubblica, l’unico modo per ingannare gli elettori è quello di realizzare un colossale gioco delle tre carte in cui, promettendo più spesa e meno tasse, si coprono le falle del bilancio con altri sostanziali aumenti d’imposta, eliminando corpose detrazioni e deduzioni.

D’altro canto, chi non è disposto a bersi la propaganda dei geni al potere ben sa quanto stretto sia il sentiero che sta attraversando l’Italia, con il rischio sempre più concreto di trovarci al centro di una devastante tempesta finanziaria. Per questo, dopo aver scassato i conti con quota 100 e reddito di cittadinanza, non ci sono molte alternative per evitare che il sistema finisca nel baratro di una drammatica crisi del debito sovrano: o si taglia in modo consistente la spesa pubblica o si inasprisce la già folle pressione tributaria allargata. Tertium non datur, nel Paese dei balocchi pentaleghista. Un Paese nel quale le illusioni sembrano destinate a svanire all’indomani delle prossime elezioni europee.

Sbaglierò, ma sono convinto che a partire dal 27 maggio il grande bluff di una maggioranza di Governo bislacca e basata su un contratto surreale comincerà inesorabilmente a disvelarsi.

Aggiornato il 13 maggio 2019 alle ore 11:06