
Trionfo della sinistra alle elezioni in Spagna? Calma e gesso. Senza dubbio il Psoe domenica ha conseguito un buon risultato conquistando 123 seggi al Congresso, 38 in più rispetto alla precedente legislatura. Sul totale degli elettori, che sono stati 26 milioni 361mila 051, i 7 milioni 480mila 755 (28,68%), che hanno scelto i socialisti, rappresentano un dato ragguardevole. Il leader Pedro Sánchez, inizialmente tentato dall’avventura di un monocolore socialista che vada in Parlamento a chiedere la fiducia alle forze politiche disponibili, dovrà realisticamente cercare alleati per formare una coalizione che assicuri stabilità all’azione di governo. Ma verso quale direzione punterà lo sguardo?
L’indicazione offerta dal voto è chiarissima: il declino della proposta moderata. Lo stesso Pedro Sánchez ha vinto la sfida dando un forte segnale di discontinuità rispetto al passato che aveva visto il Psoe cedere alle pressioni dell’establishment di Bruxelles per replicare a specchio la formula della Große Koalizion con i Popolari. Quindi, la strada obbligata per tornare alla Moncloa porta Sánchez dritto tra le braccia di Podemos che, a sua volta, non si sottrae. Il Movimento di sinistra, tuttavia, ha avuto uno scossone elettorale molto significativo avendo conquistato 35 seggi con 3 milioni 118mila 191 voti (11,95%), 10 deputati in meno di quelli ottenuti nel 2016 quando 3 milioni 227mila 123 spagnoli scelsero i giovani “rottamatori” capitanati dal campione della disobbedienza civile, Pablo Manuel Iglesias. Oggi la somma delle due forze raggiunge quota 158 deputati, 17 in meno per la maggioranza assoluta al Congresso. Gioco forza, Sánchez il resto dei voti dovrà pescarli tra gli autonomisti presenti nella Camera bassa. Primo tra tutti “Erc-Sobiranistes” (Esquerra Republicana de Catalunya), il movimento catalano indipendentista di sinistra guidato da Oriol Junqueras, attualmente detenuto nelle carceri spagnole con l’accusa di ribellione e sedizione per aver tentato il 2 novembre 2017, insieme ad altri politici catalani, di proclamare unilateralmente la secessione della Catalogna dal Regno di Spagna. Ma le maggioranze parlamentari non si compongono con le palline del pallottoliere. Perché una coalizione si formi è necessario che venga condiviso un programma di governo.
Ora, su quali basi Sànchez tratterà l’accordo con i duri e puri di “Erc-Sobiranistes”? E Junqueras dove fisserà l’asticella del negoziato? Si accontenterà di qualcosa di meno della promessa di un’uscita conciliata della sua regione dal Regno di Spagna? Se il dialogo con “Esquerra Republicana de Catalunya” dovesse fallire Sànchez dovrà pescare a strascico tutte le altre forze autonomiste presenti in Congresso, reclutando in blocco i 10 deputati delle due liste basche, i 2 del Partito Nazionalista Canario, i 2 di una lista della Navarra, il rappresentante di un movimento valenziano e l’unico eletto del Partito Comunista dei Lavoratori. Una tale insalata porterebbe Sànchez ad un passo dalla maggioranza tecnica, ma con un grosso interrogativo sulla capacità di garantire la stabilità politica. Sarebbe comunque costretto a chiedere il sostegno ad almeno una delle tre liste dell’indipendentismo catalano che in totale sommano 29 seggi. Ma se Sparta non fa salti di gioia, Atene farebbe bene a mettersi in gramaglie. La destra moderata del Partido Popular è uscita dimezzata dalle urne di domenica. Sulla carta è il secondo gruppo parlamentare alle spalle del Psoe, ma i numeri sono impietosi. Il Pp prende 66 seggi con 4 milioni 356mila 023 preferenze (16,70%), 71 in meno rispetto alla precedente legislatura dove i voti per i Popolari furono 7 milioni 941mila 236.
Per i sodali spagnoli in Europa di Jean-Claude Juncker e Angela Merkel è stata una “Caporetto” iberica. Parte dell’emorragia dei Popolari è stata drenata dalla crescita del partito d’ispirazione liberale, riformista ed europeista “Ciudadanos” che ha ottenuto 57 seggi e 4 milioni 136mila 600 voti (15,86%), con un incremento rispetto alle precedenti elezioni del 2016 di 25 seggi. Ma la vera sorpresa della scorsa domenica ha riguardato la performance del partito di estrema destra “Vox”. Il movimento guidato da Santiago Abascal, un basco fuoriuscito dal Partido Popular con la passione per l’ornitologia, entra al Congresso con 24 seggi grazie ai 2 milioni 677mila 173 voti ottenuti. Dallo 0,20 per cento del 2016 all’odierno 10,26 per cento, quello di Vox è stato un successo, parte del quale lo deve allo scontento di molti elettori per l’intransigenza degli indipendentisti catalani, accusati di attentare all’unità nazionale. Di fatto, il partito di radici monarchiche e nazionaliste ha funzionato da antidoto alle tentazioni indipendentiste della regione spagnola economicamente più forte.
Si può ipotizzare che le quotazioni di “Vox” siano destinate a crescere dopo che il costituendo governo di sinistra vedrà implodere le contraddizioni conseguenti all’entrata in maggioranza degli indipendentisti. Che la sinistra abbia, in questo frangente, captato una parte del voto di protesta e tenuto il voto operaio è del tutto comprensibile. Non sono ancora maturi i tempi per la Spagna di virare definitivamente a destra. Ciò che l’accomuna all’Italia è l’aver conosciuto la dittatura. Ma, mentre il nostro Paese ha fatto i conti con il fascismo 75 anni orsono, la Spagna è uscita dal franchismo “soltanto” quarant’anni fa. Vi è una generazione in vita che ha vissuto sulla propria pelle l’oppressione del regime autoritario di Francisco Franco, il “Caudillo”. Prima di tornare a fidarsi di una destra radicale che non rimetta in discussione le conquiste di libertà raggiunte ci vorrà del tempo. Spetta a “Vox” dare prova di voler giocare le proprie carte totalmente all’interno del perimetro costituzionale e democratico. Tuttavia, già alle prossime elezioni europee, dove il rischio per la democrazia è meno avvertito, più di un elettore potrebbe spingersi a vergare con un frego quella denominazione evocativa della voce del popolo. Allora il mosaico sovranista che Matteo Salvini sta componendo in Europa si arricchirà di un tassello strategico.
Aggiornato il 02 maggio 2019 alle ore 12:10