Non è un augurio formale quello che faccio a “L’Opinione della Sicilia”, che nasce su impulso e determinazione dei carissimi amici e colleghi isolani. È un augurio di grande successo che rivolgo anche a me stesso perché la nascita di un nuovo organo di informazione siciliano serve sicuramente ad aumentare e difendere quel pluralismo di voci e di stimoli politici ed intellettuali che alcuni vorrebbero ridurre e comprimere a livello nazionale. Ma serve anche a rinsaldare il legame personale che nella mia vita professionale ho sempre avuto con la Sicilia ed i siciliani. Le mie radici giornalistiche sono nel “Giornale di Sicilia” dove il mitico direttore Roberto Ciuni mi assunse alla metà degli anni ’70 e dove ho passato, come redattore parlamentare della redazione romana, i primi dieci anni della mia storia professionale. Non ho mai dimenticato quegli anni, i colleghi di allora e la crescente consapevolezza che la Sicilia era diventata il terreno di coltura e di sperimentazione di fenomeni politici, sociali ed anche di devianza mafiosa che avrebbero segnato la storia dell’intero Paese negli anni successivi. Quella consapevolezza mi è rimasta dentro. Anche quando ho colto altre occasioni professionali. E mi ha stimolato a non dimenticare mai che nell’isola piazzata al centro del Mediterraneo si giocano sempre partite determinanti per l’Italia e per la stessa Europa.
Non va considerato un caso la vittoria elettorale del centrodestra dello scorso anno e la nascita di un governo regionale guidato da Nello Musumeci, che costituisce un esempio ed un modello di sbocco autorevole e sicuro per un quadro politico nazionale a rischio di crollo e di caos totale. Così come non si può non considerare un modello da applicare a livello nazionale la risposta che in Sicilia viene e sarà data ad un problema epocale come quello dell’accoglienza.
Ora, come già era successo nel 2000 quando “L’Opinione” aveva dato vita ad una edizione a Pantelleria, il giornale che dirigo sfrutta la possibilità offerta dagli amici e dai colleghi siciliani di compiere un salto di qualità arricchendosi dell’edizione dedicata all’intera Sicilia e consentendomi di ritornare alle origini. Ne sono felicissimo e stimolato a dare tutto il mio contributo affinché il giornale diventi un centro promotore di idee, di proposte, di discussioni, di dibattito, di fermenti politici, culturali, sociali. Anche perché più il tempo passa e più mi convinco che ciò che avviene in Sicilia poi avviene anche a Roma e nel resto del Paese!
Aggiornato il 05 dicembre 2018 alle ore 10:21