Ustica e lo Stato di Fico

All’indomani del 38esimo anniversario della tragedia di Ustica, l’unica certezza su quella drammatica vicenda riguarda la caduta dell’aereo. Ma come sia caduto e chi siano i responsabili dell’abbattimento rimane un mistero ancora irrisolto.

Testimoniato dalla presenza di sentenze della magistratura in aperta contraddizione tra di loro. Quelle dei giudici civili, che hanno fissato risarcimenti consistenti ai parenti delle vittime e alla società Itavia, hanno stabilito la verità della battaglia aerea tra caccia di diverse ma non accertate nazionalità da cui sarebbe dipesa la caduta dell’aereo di linea. Quella dei magistrati penali non solo ha assolto i massimi ufficiali dell’epoca dell’Aeronautica Militare italiana ma ha anche stabilito che a provocare l’esplosione dell’aereo in volo da Bologna verso Palermo fu una bomba piazzata in un vano del bagno.

A 38 anni dalla tragedia, dunque, il mistero rimane fitto. Perché sia nell’ipotesi del missile che in quella della bomba nessuno è in grado di stabilire chi e perché abbia sparato il missile o abbia piazzato la bomba.

In questa assoluta incertezza è certamente apprezzabile l’annuncio del Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, della declassificazione da parte di Montecitorio di “documenti segreti e riservati” che si spera vengano resi pubblici al più presto. Ed è ancora più condivisibile il suo appello “a che le istituzioni continuino a impegnarsi, anche e soprattutto sul piano dei rapporti internazionali, per fornire le risposte che ancora si attendono”.

In attesa che le istituzioni si impegnino, però, è bene che lo stesso Presidente della Camera faccia la sua parte affrettandosi a sciogliere il nodo angosciante posto da quella parte della sua dichiarazione sulla tragedia di Ustica in cui ha denunciato come la verità sulla vicenda sia stata “frustrata da depistaggi, complotti e silenzi anche da parte di alcuni settori dell’apparato statale”.

Quali sono questi “settori dell’apparato statale”? Fico non può lasciare inevasa questa domanda. Perché se ha la certezza che la verità su Ustica sia stata nascosta e manomessa da una parte infedele dello Stato stesso deve denunciare senza esitazione alcuna i responsabili delle deviazioni. Da parlamentare e da cittadino ha tutto il diritto di nutrire sospetti. Nella sua qualità di terza carica dello Stato deve indicare le prove delle sue convinzioni. Altrimenti rischia di essere la terza carica di uno Stato, per sua stessa affermazione, criminale.

Aggiornato il 02 luglio 2018 alle ore 12:03