La meglio sinistra vuole giustiziare Forza Nuova

È bastato che Forza Nuova, formazione dell’ultradestra, annunciasse l’intenzione di rifare la “marcia su Roma” di mussoliniana memoria, che l’universo scomposto delle anime belle della sinistra andasse in fibrillazione. In realtà il mondo progressista non si contenta d’impedirla. C’è chi invoca lo scioglimento di Forza Nuova sulla base dell’applicazione della XII norma transitoria e finale della Costituzione che vieta la ricostituzione del Partito Nazionale Fascista, della legge del 20 giugno 1952, n. 645 (cosiddetta Legge Scelba) che sanziona il reato di apologia del fascismo e della Legge n. 205 del 25 giugno 1993 (Legge Mancino) che detta “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa”.

Può darsi che i parlamentari della sinistra abbiano una qualche ragione nel ritenere illegale il movimento guidato dall’ex parlamentare europeo, Roberto Fiore. Ma il solo fatto che lo sospettino non basta a dichiarare “motu proprio” una forza politica fuori del contesto democratico della nazione. È questione di garantismo, non di lana caprina. Ancora una volta, dietro la parvenza liberale che questa sinistra si è data pur con scarsa convinzione, si nasconde la sostanza di un’ideologia discriminante, fondata su una pretesa superiorità morale rispetto all’avversario. Ma lo Stato di diritto non prevede che sia l’antropologia o l’etica a fare giurisprudenza. Per nostra fortuna siamo in un Paese nel quale sono le leggi a ordinare i processi regolatori della generalità delle relazioni interpersonali e collettive.

Ciò vuol dire che, piaccia o no, fin quando non interverrà un provvedimento legale di scioglimento, Forza Nuova ha diritto di manifestare liberamente il suo pensiero organizzando adunanze nel rispetto dell’ordine pubblico e dell’altrui libertà. Non glielo si può impedire a meno di voler compiere un sopruso in nome di un concetto morale di bene che è per sua natura relativo e non assoluto. È una sinistra che pratica quell’agire “fascista” che, a parole, vorrebbe reprimere.

Come dare torto al comico Maurizio Crozza, che in un’esilarante imitazione fa dire al suo Minniti “non possiamo lasciare il fascismo ai fascisti”. A noi Forza Nuova non piace, non condividiamo le sue prese di posizione e ancor meno alcune sue soluzioni drastiche in materia di difesa dell’identità nazionale. Non per questo vorremmo impedirle di manifestare pubblicamente per le sue idee. Si tratta di esercitare la forza della tolleranza anche verso il più insopportabile nemico per dare prova della robustezza di una democrazia. È stato così in passato. Una diversa classe dirigente, con spalle ben più larghe di quella odierna, seppe resistere alla tentazione, negli “anni di piombo”, di fare di tutta l’erba dell’estremismo extraparlamentare, di destra e di sinistra, un fascio con le menti e i gregari del terrorismo. Cosa sarebbe accaduto in Italia se una legge avesse messe al bando tutti i gruppuscoli della sinistra extraparlamentare che mantenevano posizioni di ambigua intelligenza con la teoria della lotta armata? Allora ci si preoccupò di tenere separati gli assassini e i violenti dagli intellettuali che, per celio o per convinzione, giocavano a fare i rivoluzionari. Cosa sarebbe stato di loro se lo Stato li avesse ricacciati tra le braccia del terrorismo delle Brigate Rosse e simili? Le cose non sono cambiate.

Forza Nuova, col suo bagaglio di idee discutibili, si presenta puntualmente alle scadenze elettorali raccogliendo consensi da prefisso telefonico. Non contano i numeri, vale il principio. Pur con il grave limite di una proposta politica indigesta il Movimento accetta le regole del gioco democratico. E si muove alla luce del sole. A metterli fuori legge si correrebbe il rischio di spingerli a organizzarsi clandestinamente per continuare la lotta politica con altri strumenti. Ben più pericolosi. Chi gli anni di piombo li ha vissuti in prima persona di una cosa si dice certo: non vuole riviverli. Forza Nuova faccia pure, il prossimo 28 ottobre, la sua manifestazione nostalgica, purché pacifica. Sarà quello il modo giusto per spiegare a ragazzi un po’ confusi che il 1922 è il passato e, da quando esiste il mondo, nessuna acqua che è già scorsa verso la foce risale alla sorgente.

Aggiornato il 08 settembre 2017 alle ore 20:03