
Come sempre nel secondo dopoguerra la Sicilia torna ad essere il terreno anticipatore degli sviluppi della politica nazionale. Nei mesi scorsi sembrava quasi scontato che il campo di sperimentazione siciliano avrebbe prodotto la conferma della spaccatura del centrodestra e la dimostrazione che, di fronte alla prospettiva di diventare la sola alternativa possibile all’avanzata grillina, la sinistra avrebbe ritrovato la sua unità malgrado le divisioni tra renziani e antirenziani.
Dalla Sicilia, in sostanza, sembrava emergere uno nuovo schema bipolare, quello del confronto tra centrosinistra e Movimento Cinque Stelle con il centrodestra diviso e destinato a diventare un pulviscolo di forze residuali condannate a restare all’opposizione a vita.
La situazione, però, è radicalmente cambiata. Il centrodestra ha ritrovato l’unità, la sinistra ha messo in mostra una disunione ormai irreversibile e lo schema bipolare che si è creato e che è destinato a riprodursi a livello nazionale in occasione delle prossime elezioni è quello dell’alternativa tra l’area moderata e quella grillina.
Ma dalla Sicilia non giunge solo questa indicazione. Ne arriva una seconda, che è strettamente legata alla prima, e che riguarda la sorte di quell’area centrista che nell’isola avrebbe voluto essere l’ago della bilancia tra centrodestra e centrosinistra divenendo il perno di qualsiasi coalizione di governo e che, invece, sta subendo uno sfaldamento che non si ferma allo Stretto di Messina ma che si diffonde in tutta la penisola. Se il partito di Angelino Alfano, che in Sicilia sembrava avere il suo punto di maggiore forza, avesse mantenuto unità e coesione è probabile che il centrodestra non si sarebbe riunificato e che il ricompattamento della sinistra si sarebbe comunque realizzata. Ma Alleanza Popolare è implosa. Pezzi importanti e consistenti sono ritornati all’interno dell’area moderata da dove provenivano facendo scattare un processo che inevitabilmente si svilupperà a livello nazionale.
Questo significa che in Sicilia si anticipa, oltre la divisione della sinistra, anche la scomparsa del centro? In realtà non è proprio così. Perché il centro post-alfaniano non fa altro che ritornare in quell’area moderata dove la componente rappresentata da Forza Italia e dalle altre forze d’ispirazione popolare, liberale e laica viene automaticamente rinforzata tornando ad assumere la guida dell’intero schieramento candidato a concorrere con i grillini per la guida del Paese
Aggiornato il 05 settembre 2017 alle ore 21:22