I grillini rivendicano il copyright del fallimento

Il Governo Gentiloni, in un vano tentativo di inseguire il Movimento Cinque Stelle sulla strada dai miracoli, vara il pannicello caldo del cosiddetto reddito di inclusione e i grillini non ci stanno. Diamine, non sia mai che qualcuno osi scippare loro il copyright del fallimento italiota! Fallimento che, malgrado tutto, gli scarsi due miliardi di euro trovati dall’attuale Esecutivo tra le pieghe di un bilancio colabrodo, onde tamponare la marea montante dei pentastellati, non sembrano in grado di determinare.

Altra musica, al contrario, sarebbe l’introduzione integrale dell’insensata misura che rappresenta il fiore all’occhiello degli epigoni di Beppe Grillo. C’è lo ricorda la grillina Nunzia Catalfo, prima firmataria del ddl sul reddito di cittadinanza. “Se ci fosse davvero la volontà di aiutare le persone che si trovano in povertà - tuona la senatrice del M5S - basterebbe introdurre il reddito di cittadinanza che propone, oramai da anni, il Movimento 5 Stelle. Non perché lo proponiamo noi, ma perché si tratta di una misura e meglio strutturata tra quelle in discussione, che oltre all’aiuto prevede percorsi personalizzati, anche formativi, per puntare al reinserimento nel mondo del lavoro del beneficiario e che aiuterebbe tutte le persone che si trovano in difficoltà senza creare poveri di serie A e poveri di serie B, coma fa invece il reddito di inclusione”.

A questa farneticante considerazione, la cui applicazione integrale manderebbe il Paese in default nel giro di 48 ore, fa eco un video postato sul web da Barbara Lezzi, altra senatrice grillina che attualmente è vicepresidente della Commissione permanente del Bilancio e della Programmazione economica. Secondo quest’altra perla di saggezza a Cinque Stelle l’introduzione universale di un reddito minimo determinerebbe una svolta economica decisiva, consentendo soprattutto alle piccole e medie imprese di beneficiare della forte spinta nei consumi provocata dall’imponente massa di miliardi gettata nello sciacquone dell’assistenzialismo grillesco.

Assistenzialismo catastrofico misto a un keynesismo da quattro soldi, per così dire, che nell’ambito di un sistema pubblico afflitto perennemente da un eccesso di spesa pubblica, peraltro di pessima qualità, non può che far sprofondare rapidamente nel baratro l’intero Paese. Ma tutto ciò, unito ad altre elementari considerazioni di carattere economico e finanziario, sembra sfuggire completamente alla massa di ingenui e di sprovveduti che continuano a bersi le pozioni magiche di chi pensa di risolvere i nostri colossali problemi sistemici scrivendo semplicemente “pasti gratis per tutti” sull’acqua. Povera Italia.

Aggiornato il 31 agosto 2017 alle ore 16:41