Gli attentatori della tenuta democratica

Il sostanziale ritiro delle navi Ong dal Mediterraneo sembra aver risolto il problema dei giganteschi flussi di migranti dalla Libia nel nostro Paese. Non ha però risolto la ragione per cui le Organizzazioni non governative avevano realizzato un corridoio umanitario tra la Libia e non tutti i Paesi europei ma la sola Italia.

Qualcuno sostiene che quel corridoio era di necessità. Cioè si indirizzava solo verso la penisola italiana perché le altre nazione europee rivierasche avevano chiuso i porti e avrebbero comunque respinto le navi Ong. Ma questa giustificazione non convince. Perché le organizzazioni umanitarie private avrebbero potuto tranquillamente compiere forzature dimostrative dei blocchi dei porti. Ed essendo abituate a compiere azioni del genere destinate ad aumentare a dismisura la visibilità mediatica delle loro attività, non si capisce perché mai non lo abbiano fatto e si siano concentrate solo ed esclusivamente sull’Italia.

Il perché di questa pervicace concentrazione, che si è interrotta solo dopo che il governo italiano aveva dimostrato che non avrebbe tollerato oltre l’afflusso incontrollato e giornaliero di migliaia di profughi, non ha trovato ancora una risposta. In compenso una spiegazione sulla ragione per cui il governo italiano sia passato dall’accoglienza incontrollata gestita dall’esterno a quella sotto il controllo nazionale, è arrivata.

Il ministro Marco Minniti ha sostenuto che l’azione di freno e di controllo è stata motivata dal timore che l’accoglienza incontrollata avrebbe fatto saltare la tenuta democratica del Paese. La spiegazione del responsabile del Viminale è più che convincente. La levata di scudi dei sindaci di ogni colore politico e di tutto il territorio nazionale è stato un campanello d’allarme fin troppo significativo. Ma se Minniti ha ragione, la domanda sul perché le Ong avevano concentrato sulla sola Italia la loro azione assume un significato diverso e molto più preoccupante di quello originario. Diventa l’interrogativo angosciante sul chi e sul perché delle organizzazioni internazionali con forti legami con settori del nostro Paese puntavano a far saltare la tenuta democratica dell’Italia. Un interrogativo che non ha nulla di astratto, ma che pretende una risposta politica e una risposta anche giudiziaria. Attentare alla tenuta democratica non è solo un atto politico da condannare e da contrastare, ma anche un reato da perseguire.

Aggiornato il 30 agosto 2017 alle ore 16:30