Continua la farsa sui vitalizi

Sulla questione del taglio retroattivo dei vitalizi dei parlamentari, dunque in odore di incostituzionalità, i grillini hanno scatenato la loro usuale gazzarra in Senato.

Essendo stata bocciata largamente la loro richiesta di discutere il ddl Richetti con procedura d’urgenza, questi campioni della democrazia della parolaccia hanno sommerso di insulti il capogruppo del Partito Democratico, Luigi Zanda. Quest’ultimo, contrariamente all’insensato atteggiamento del promotore del citato disegno di legge, nonché collega di partito, ha espresso una indiretta ma chiarissima critica nei confronti di chi, inseguendo il Movimento 5 Stelle sulla strada della demagogia a buon mercato, non otterrà altro risultato che quello di portare acqua al mulino dei grillini.

Ma oramai la frittata è fatta, come si suol dire. Dopo aver approvato in quattro e quattr’otto alla Camera un provvedimento che non sposta di un millimetro i veri costi della politica - che in sostanza sono rappresentati dagli sperperi e dalle enormi inefficienze che la stessa politica determina mettendo le mani ovunque nel mondo reale - l’inevitabile ripensamento dei dem al Senato consente agli invasati a Cinque Stelle e alle loro grancasse mediatiche di gridare all’ennesimo complotto contro il popolo affamato. E come ho il privilegio di scrivere su queste pagine da tempo, se si scende a patti con il diavolo della cosiddetta antipolitica, recependo istanze marginali come quella dei vitalizi e presentandole al Paese, al pari degli stessi pentastellati, come risolutive sul piano strategico, si commette un gravissimo e irrecuperabile errore politico, consegnando di fatto le chiavi del Governo alle truppe cammellate dirette con il pugno di ferro da Beppe Grillo.

In questo senso non stupisce che l’unica forza politica ad appoggiare a Palazzo Madama la mozione grillina sia stata la Lega Nord di Matteo Salvini. Quest’ultimo, sempre più deciso a tenere ben incatenato il suo partito alla linea di un populismo di destra che lo porta spesso e volentieri a convergere con quello multicolore dei pentastellati. Ciò conferma ulteriormente che sono praticamente saltati i vecchi equilibri politici che hanno caratterizzato l’ultimo ventennio, determinando un nuovo e ben marcato riposizionamento tra i soggetti che si contendono la guida dell’Italia, almeno sulla carta.

Certo è che se, come ha tentato di fare Matteo Richetti con la sua legge sui vitalizi, l’alternativa a chi propone favole al Paese è quella di raccontarle meglio, infiocchettandole con chiacchiere e distintivi, allora non si va proprio da nessuna parte.

Aggiornato il 02 agosto 2017 alle ore 21:01