
La dichiarazione di Roberto Maroni secondo cui la fase lepenista della Lega deve considerarsi finita è la logica conclusione del voto francese. Se la stessa Marine Le Pen annuncia un cambio radicale della propria strategia politica che parte addirittura dal cambio del nome Front National, appare evidente che gli imitatori italiani della leader francese debbano necessariamente seguirne l’esempio e chiudere la fase lepenista per passare a una fase meno radicale. Tutto con l’obiettivo di conquistare quell’elettorato moderato che non vuole avventure ma solo certezze per un futuro stabile e tornare al governo del Paese.
Non è detto che questo cambio di linea possa portare a un ribaltamento dei rapporti di forza all’interno della Lega. Matteo Salvini ha il controllo del partito e non sembra che lo stesso Maroni punti a far saltare il segretario puntando a provocare una sua sostituzione in occasione del prossimo congresso. In realtà l’obiettivo del governatore lombardo è diverso. Maroni chiede a Salvini di rimanere al proprio posto ma di cambiare linea lasciando il lepenismo radicale che è destinato a condannare la Lega a un’opposizione a vita e tornando a quel nordismo delle origini che ha permesso al Carroccio di diventare forza di governo regionale e nazionale per vent’anni di seguito.
In vista della fine della legislatura e delle elezioni politiche, in sostanza, Maroni propone a Salvini di recuperare la linea politica delle origini e lo schema delle alleanze che non è solo quello del 1994, ma è soprattutto quello che consente alla Lega di guidare il governo della Lombardia e del Veneto e di partecipare con ruolo significativo al governo della Liguria. Cioè l’alleanza con Forza Italia e la riedizione del centrodestra largo.
Sulla carta la richiesta del governatore lombardo al segretario leghista sembra molto pesante. Si tratta di operare una conversione totale della linea di marcia seguita dalla Lega negli ultimi anni recuperando, con il nordismo e il federalismo, quel rapporto privilegiato con Forza Italia e Silvio Berlusconi che Salvini troppo spesso ha cercato di incrinare e superare.
Nella realtà, però, visto che è la stessa Le Pen a lanciare il superamento del lepenismo, la conversione proposta da Maroni non sembra impossibile. Basta una buona dose di realismo e l’operazione può essere realizzata. Dallo stesso Salvini e senza perdere la faccia!
Aggiornato il 11 maggio 2017 alle ore 17:54