Inchiesta sulle Ong: la bomba pronta a esplodere

C’è qualcosa di esplosivo che bolle nel calderone della politica italiana che non è il ritorno in scena di Matteo Renzi da vincitore (scontato) delle primarie del Partito Democratico. Si tratta dell’inchiesta sul ruolo delle Organizzazioni non Governative (Ong) nella gestione dei flussi degli immigrati dal sud del Mediterraneo. Non è questione di ordinaria mala-organizzazione, c’è molto di più in ballo: siamo a un tornante della storia di questo Paese. A seconda di come evolverà l’indagine conoscitiva avviata dalla Procura di Catania si capirà quale futuro attende la politica dell’accoglienza no-limits inaugurata dal Governo Monti, subìta passivamente dall’Esecutivo presieduto da Enrico Letta, messa a sistema dal duo Renzi-Alfano e proseguita senza ripensamenti dall’attuale Premier Paolo Gentiloni.

Se verrà dimostrata l’esistenza di patti d’affari tra i privati, professionisti del soccorso in mare, e le bande criminali di scafisti che gestiscono le rotte verso le coste italiane dei migranti, il Governo dovrà, suo malgrado, interrompere ogni collaborazione con le Ong. Chiudere con loro significherà sbarrare la strada agli sbarchi incontrollati e, visto che non è ipotizzabile lasciare che i disperati muoiano in mezzo al mare, la soluzione dovrà essere riportata nel suo alveo naturale che è la Libia. Se non li si raccoglie più dalle acque del Mediterraneo gli immigrati dovranno essere fermati alla partenza, cioè sulle coste del Paese africano, salvo poi risalire alla fonte del problema, nei Paesi d’origine, per evitare che da lì fuggano. Se invece l’inchiesta dovesse rivelarsi una bolla di sapone, la grancassa multiculturalista trarrà maggior fiato per urlare la sua ricetta indigesta: “avanti! c’è posto”, frontiere spianate, identità cancellate, tutti una sola famiglia.

Certo, Alitalia e Jobs Act sono cose importanti, ma i fenomeni migratori attengono ai grandi mutamenti delle civiltà. Le culture non sono come i diamanti della pubblicità: non sono per sempre. Esse nascono, vivono e muoiono. Ciò che oggi è in gioco è la madre di tutte le scelte: l’identità di una comunità che ha una storia e un destino deve vivere o si ferma qui? Di là dai buoni propositi di tutte le anime belle che affollano i salotti televisivi e le redazioni dei giornali, la risposta nella sua disarmante crudezza è semplice: si sta da una parte o dall’altra. Essere o non essere di una civiltà: questo è il problema! Ora, sappiamo perfettamente da che parte sta la sinistra, in tutte le sue declinazioni. Occhio! Renzi, Bersani, D’Alema, Vendola, Emiliano e...Vincenzo De Luca (sì, c’è anche De Luca) fingono di litigare ma quando si arriva al dunque sulle questioni che contano stanno sempre e comunque dalla stessa parte.

Il Movimento Cinque Stelle lo conosciamo: è idroponico, affonda le sue radici nell’acqua e questo gli consente di stare ovunque purché sia a favore di vento. E il centrodestra? Al momento tutti i partiti della costituenda coalizione si sono espressi sull’argomento in modo condiviso. È un bene! Speriamo però che tale resti la posizione e che non prevalga la tentazione per il fascino discreto dei distinguo. Matteo Salvini, la scorsa domenica, a “In ½ ora” di Lucia Annunziata, ha sganciato una bomba micidiale. Il leader leghista, insieme alle molte invettive contro l’attuale governo, ha denunciato l’attività di alcune Ong che sulle loro navi, durante le operazioni di soccorso in mare, trasporterebbero anche armi e droga. Se fosse vero sarebbe gravissimo. Tutto si può dire di Salvini, tranne che sia pazzo. Se lancia un’accusa circostanziata significa che è a conoscenza di prove al momento tenute coperte dai vertici governativi. La Lega, con il suo deputato Giacomo Stucchi, ha la presidenza del Copasir, il Comitato Parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Si tratta della Commissione che vigila sul lavoro dei nostri “007”. È dunque Stucchi l’uccellino che ha spifferato all’orecchio del capo leghista l’atroce verità? Sono queste le evidenze investigative non utilizzabili ai fini processuali di cui ha parlato il Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro? Se è così il governo non può cavarsela con una scrollata di spalle. Allora sia tutto il centrodestra con una sola voce a pretendere la verità.

Aggiornato il 03 maggio 2017 alle ore 19:38