
Cercare di aver ragione a tutti i costi, anche contro l’evidenza, è da stupidi. Quando si sbaglia è buona regola recitare il mea culpa.
Ci tocca, oggi, ammettere un errore nel quale siamo incorsi: l’aver enfatizzato la svolta impressa al ministero dell’Interno da Marco Minniti. In assoluta buona fede abbiamo pensato che un esperto di problemi della sicurezza potesse far bene il suo lavoro, in particolare sul fronte della crisi dei flussi migratori. Invece, nel volgere di settimane abbiamo dovuto prendere atto che tutti i buoni propositi enunciati dal neo-ministro erano aria fritta, chiacchiere della solita politica. La realtà è che gli sbarchi anziché diminuire sono aumentati a dismisura. Dall’inizio dell’anno al 12 aprile, stando ai dati del Viminale, le persone approdate sul nostro territorio sono state 26.989, con un tasso d’incremento rispetto al 2016 del 23,80 per cento. Con l’avvicinarsi della bella stagione la soglia psicologica dei 200mila sbarchi annuali potrebbe non essere più un tabù.
Soltanto nel week-end di Pasqua le navi operanti tra il Canale di Sicilia e le acque libiche hanno tratto in salvo 8500 immigrati e recuperato i corpi di 13 persone che hanno perso la vita in mare durante la traversata. Quella dei morti resta però una contabilità provvisoria. Non è ancora chiaro quanti altri disperati siano annegati prima che arrivassero le navi del soccorso. A fronte di questo scenario apocalittico il Governo italiano appare impietrito, totalmente incapace a trovare una soluzione che freni la marea montante del traffico illegale di esseri umani. L’Italia continua ad accogliere mentre le altre nazioni europee hanno chiuso le porte. Di questo passo dove si andrà a finire? Dove li mettiamo? Si ricomincia con la guerra dei poveri nelle periferie del degrado urbano delle grandi città?
A parole sembrava che il Governo Gentiloni volesse prendere le distanze dalla sciagurata politica dell’accoglienza organizzata dal suo predecessore. Appunto, parole. Perché i fatti - a leggere il Def, il Documento di economia e finanza - vanno nella direzione opposta. Altro che riduzione dei flussi! L’Esecutivo ha previsto d’incrementare il fondo di spesa per l’accoglienza dei migranti che, al netto dei contributi dell’Unione europea, schizzerebbe dai 3,6 miliardi del 2016 ai 4,6 miliardi nel 2017: praticamente lo 0,27 per cento dell’intero prodotto interno lordo. Questo a “scenario stazionario”, come avverte il ministero dell’Economia. Se le cose dovessero sfuggire di mano neppure i 4 miliardi e rotti stanziati basterebbero ma bisognerebbe impegnare maggiori risorse finanziarie. Ma dove cavolo li andiamo a prendere tutti questi soldi? Stiamo parlando di una misura che da sola è superiore di quasi una volta e mezzo all’ammontare complessivo della manovra di primavera imposta da Bruxelles all’Italia per rimettere in equilibrio i conti. Il Governo, che ha perso il pelo renziano ma non il suo vizio peggiore: la propaganda demagogica, ha strombazzato ai quattro venti l’implementazione del fondo contro la povertà di cui soffrono milioni di famiglie italiane. Un contentino da scarsi 500 milioni di euro per poter dire di aver fatto qualcosa. Uno starnuto. La giustificazione è la solita: non ci sono risorse sufficienti. I politicanti del carrozzone governativo se la cantano e se la suonano all’ipocrita ritornello del “si poteva fare di più, ma siamo al primo passo” mentre noi, poveri tonti, scopriamo a cose fatte che i soldi per l’accoglienza degli immigrati ci sono e, se occorre, altri ne verranno trovati. A spese di chi? Delle nostre tasche, sennò di chi? E dire che ci sono ancora in giro per il Paese un bel po’ d’invasati della solidarietà. Sono lì con le bandiere arcobaleno tra le mani in estasi al cospetto della politica buonista che mescola tutto in un’indigesta poltiglia pseudo morale: i messaggi del Papa, le canzoni di Jovanotti, le fiaccolate per la pace, la vena poetica della sindaca di Lampedusa, i fotogrammi di “Fuocoammare”, le magliette con la faccia del “Che”: Hasta siempre, Comandante, e i concerti “For Africa”, “For People” e “For”... accidenti a loro.
Lo vogliono capire o no che, scivolando su questa china, ad affondare insieme ai poveri disgraziati che ci provano a passare il mare, saremo noi italiani? Loro, i migranti, mezzi nudi. Noi, invece, con tutte le braghe.
Aggiornato il 29 aprile 2017 alle ore 13:15