Il duce indiscusso del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha sparato a zero contro la cosiddetta energia fossile nel corso della presentazione, svolta in una conferenza stampa alla Camera dei deputati, del programma energetico dei grillini.

Collegato via telefono, il comico genovese ha anticipato il nostro futuro energetico qualora il suo partito dovesse vincere le prossime elezioni politiche: “Non abbiamo bisogno di gasdotti e trivellazioni, abbiamo bisogno di intelligenza - concludendo con un sinistro intendimento - occorre riprendersi il sistema fiscale per tassare il sistema fossile a beneficio delle rinnovabili”.

Questo inquietante impegno è stato poi avvalorato dal capogruppo del MS5, Roberto Fico, il quale ha esaltato il carattere democratico del loro programma energetico, frutto di scelte condivise realizzate attraverso la famigerata piattaforma Rousseau. Un luogo virtuale, per la cronaca, in cui qualche migliaio di indottrinati e di ferventi adoratori dell’autarchia con le pezze nel di dietro, senza peraltro alcun controllo di garanzia sulla validità dei consensi espressi, dovrebbero adottare delicate scelte strategiche in nome e per conto di sessanta milioni di cittadini. D’altro canto, questa ultima follia programmatica pentastellata - particolarmente catastrofica per un Paese basato su una economia di trasformazione e, per questo, dipendente più di altri dalla tanto bistrattata energia fossile - conferma appieno l’impianto politico assolutamente sconclusionato di una formazione che continua a mietere consensi solo sulla base della presunta diversità dei suoi rappresentanti. Una diversità la quale, e lo dico nell’interesse di tutti, si spera di non dover tragicamente sperimentare nella stanza dei bottoni. In tale malaugurata prospettiva non resta che dotarci di potenzi mezzi di locomozione a pedali e cataste di legna per far fronte ai mesi invernali. Le intelligenze grillesche incombono.

Aggiornato il 02 maggio 2017 alle ore 22:13