Solo un miracolo, da paragonare a quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci e da far entrare di prepotenza nei libri di storia, potrebbe consentire al “No” di vincere la battaglia referendaria sulla riforma della Costituzione.
Nelle ultime settimane Matteo Renzi ha buttato nella fornace della competizione ogni tipo di risorsa in suo possesso. Dai finanziamenti a pioggia per i sindaci di quelle regioni meridionali dove il “Sì” traballava e la richiesta di assistenzialismo in cambio di voti cresceva a dismisura, alle promesse di 30-50 euro per le pensioni più basse. Tutti si rendono perfettamente conto che molte di queste promesse non potranno essere mantenute e che quelle a cui verrà dato seguito andranno ad aumentare a dismisura il debito pubblico diventando un peso per le generazioni future. Ma nessuno, al momento, ne chiede conto al Premier. Come ha rilevato maliziosamente Massimo D’Alema, che di queste cose se ne intende, chi avrebbe il dovere di farlo aspetta di vedere l’esito della consultazione popolare. Se sarà favorevole al Governo, il silenzio cadrà sul voto di scambio e sulle sperpero delle risorse pubbliche per fini personali. In caso contrario, gli atti giudiziari si sprecheranno all’insegna del calcio dell’asino al perdente finito nella polvere secondo la più scontata tradizione maramaldesca del nostro Paese.
Che dire, poi, del terrorismo mediatico e finanziario realizzato con inquietante ed illuminante tempestività dai sostenitori stranieri di Matteo Renzi? Dallo stralunato Jean-Claude Juncker, che svela come l’antieuropeismo tardivo del Premier italiano sia una bufala, al redivivo Tony Blair, che imita Barack Obama e Hillary Clinton in un abbraccio a rischio mortale per l’“amico” di Palazzo Chigi, alla stampa finanziaria inglese che ha fallito ogni previsione nell’ultimo decennio e che pronostica la morte delle banche italiane in caso di vittoria del “No”, ai cosiddetti mercati che tornano ad agitare lo spread nella convinzione che basti qualche bastonata per indurre la maggioranza degli italiani a piegare la testa e votare per una Costituzione che piace ai poteri forti stranieri e non porta alcun beneficio ai poveri nostrani. Di fronte ad uno schieramento di forze così spropositato, quindi, solo un miracolo potrebbe assicurare una vittoria del “No” alla riforma costituzionale sbagliata.
Alle volte, però, i miracoli della volontà popolare avvengono!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:06