Il giustizialismo peloso

Il problema non è il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che riunisce duecento amministratori locali in un albergo di Napoli e fa l’elogio del clientelismo illustrando l’elenco dei denari pubblici stanziati dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per convincere i meridionali a votare “Sì” al referendum del 4 dicembre. Il problema è Matteo Renzi che con il debito pubblico alle stelle e una crisi che si prolunga oltre ogni previsione e che non ha avuto alcuna frenata o inversione di rotta nei suoi tre anni di Governo, destina tre miliardi in Campania con il dichiarato proposito (svelato tranquillamente e spudoratamente da De Luca) non di rilanciare lo sviluppo, ma di assicurarsi il consenso al referendum del maggior numero di masse clientelari campane.

Il problema costituito dal comportamento del Premier non si pone solo in Campania, ma in quasi tutte le regioni meridionali, quelle dove i sondaggi danno in forte vantaggio il “No” a causa di una tensione sociale che non è stata minimamente mitigata dalle sbagliate ed ininfluenti politiche economiche dell’attuale Esecutivo.

Naturalmente non c’è nulla di nuovo sotto il sole italico. Puntare sulla clientela per raccogliere consenso è sempre stato il metodo più usato da tutti i governi che si sono succeduti da ben prima della formazione dello Stato unitario. E scoprire che Renzi si stia comportando come il tanto vituperato Comandante Achille Lauro, quello che prometteva i pacchi di pasta alla plebe napoletana, non stupisce affatto. Ciò che colpisce, semmai, è l’ostentazione pacchiana ed arrogante con cui si distribuiscono soldi pubblici a pioggia e si punta sul metodo clientelare per raccogliere il consenso necessario a ribaltare i pronostici sul referendum.

Dai tempi di Lauro ad oggi sono passati molti decenni. E proprio per fare resistenza ad un fenomeno, che l’esperienza ha dimostrato essere la fonte primaria delle organizzazioni criminali incistate nel tessuto sociale meridionale, si è sviluppata una cultura definita della “legalità” che ha portato anche a definire alcune nuove fattispecie di reato per colpire un clientelismo inteso come cancro politico e morale del Paese. Perché mai questa cultura della legalità non si attiva per denunciare un esempio così lampante, dichiarato, ostentato e rivendicato di clientelismo immorale ed illegale? Come mai di fronte ad una notizia di reato così eclatante non scatta l’obbligatorietà dell’azione penale? Vuoi vedere come dopo il garantismo peloso il pelo è cresciuto anche al giustizialismo?

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 19:06