
Il veto italiano al bilancio di Bruxelles è un atto esclusivamente elettoralistico. Dire che l’Italia non vuole dare soldi per i “muri” degli altri può servire a convincere una parte degli indecisi del referendum a sciogliere le proprie riserve ed a sostenere la riforma costituzionale voluta dal Governo. Ma costituisce un atto politico non solo ridicolmente demagogico, ma anche gravido di conseguenze pericolose.
La scelta di Matteo Renzi di cavalcare l’euroscetticismo diffuso e l’antieuropeismo sempre più dominante nel Paese ha un respiro di meno di venti giorni. Dopo il 4 dicembre il governo italiano, che chiede all’Europa i soldi per pagare i costi di un’accoglienza che pretende senza limiti, non potrà più affermare di non voler dare soldi per i muri degli altri. Perché questi altri, cioè i Paesi dell’Est europeo, potranno tranquillamente replicare di non voler dare soldi per una accoglienza che l’Italia vuole indiscriminata. A quel punto le ragioni strumentali italiane saranno bilanciate dalle ragioni strumentali dei Paesi dell’Europa dell’Est e del Nord. Con il risultato di aver dato nel frattempo un colpo mortale non solo e non tanto all’Europa dei burocrati e dei banchieri, ma all’idea stessa dell’unità politica europea.
In preda ad ansia elettoralistica, il nostro Presidente del Consiglio non riesce a comprendere che non si può compromettere un valore per un interesse contingente. La sua polemica antieuropeista punta a convincere una parte degli indecisi a dargli un voto favorevole al referendum, ma per perseguire questo obiettivo non esita a scuotere le fondamenta dell’Unione europea pretendendo di imporre i propri interessi a quelli opposti degli altri. Pretendere i soldi per l’accoglienza e negare quelli per i muri è una semplificazione demagogica e brutale che minaccia non solo di rivelarsi controproducente sul piano elettorale, ma anche devastante per il futuro di una Europa che dopo l’elezione di Donald Trump ha l’obbligo di procedere sulla strada dell’unità politica. Vale la pena cancellare anni ed anni di faticosa integrazione europea per convincere la maggioranza degli italiani a votare una riforma costituzionale che, a detta dei suoi stessi artefici, è imperfetta e malfatta?
Renzi si sta caricando di una gravissima responsabilità. Il vero dramma è che sembra non rendersene minimamente conto!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:06