La solitudine del leader

Un uomo solo sul palco. Ovviamente Matteo Renzi. Che parla oggi a piazza del Popolo ad una folla prevista di cinquantamila persone portate ad ascoltare il leader da quattro treni Frecciarossa, tre treni ordinari, 273 pullman, quattro voli charter e 25mila biglietti della metropolitana.

Le cifre non impressionano. Non c’è una sola manifestazione considerata importante che non preveda un’organizzazione complessa di treni, aerei, pullman e mezzi vari per portare in piazza una popolazione che senza una organizzazione del genere se ne starebbe a casa propria a guardare la televisione. A stupire non c’è neppure la considerazione che tutta questa baraonda avrà un costo salato e che questo costo dovrà essere coperto dai tanti facoltosi sostenitori del Premier. La politica è come la guerra, senza denaro non gira. E la regola, come ha dimostrato il caso Di Maio, vale anche per i demagoghi pauperisti a cui anche Renzi di tanto in tanto sembra ispirarsi.

Ciò che colpisce, invece, è la decisione di essere solo sul palco. Che rappresenta la dimostrazione visiva della scelta di rinunciare alla non personalizzazione della campagna referendaria e di tornare a puntare apertamente alla personalizzazione massima dello scontro sulla riforma costituzionale.

Non si sa se questa scelta sia dipesa dalla considerazione che strategia tesa a privilegiare il merito del referendum piuttosto che la sua portata politica sul governo non abbia prodotto alcun risultato e che l’aver impostato inizialmente la partita referendaria come un plebiscito sulla propria persona sia stato più forte di qualsiasi ripensamento. Ma è certo che presentarsi sul palco di piazza del Popolo da solo significa voler stabilire un rapporto diretto e personale con i propri fedelissimi in vista di uno scontro, quello del 4 dicembre, considerato decisivo per la propria sorte e quella del proprio Governo.

Renzi, dunque, torna a puntare sulla personalizzazione del referendum. Ma dopo mesi e mesi di una campagna condotta con uno spaventoso ed incredibile impegno personale, finisce automaticamente con il dimostrare di non avere al proprio fianco una classe dirigente in grado di poterlo affiancare adeguatamente. L’uomo solo sul palco è l’uomo solo al comando. Ma è soprattutto un uomo solo. Alla disperata ricerca di una modifica costituzionale che blindi all’infinito questa solitudine da regime autocratico!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 18:57