Il mestiere del Papa

Papa Bergoglio svolge il suo mestiere di Pontefice quando denuncia l’ipocrisia di chi si dichiara difensore di Cristo ma poi si rifiuta di accogliere i disperati che fuggono dalla guerra e dalla fame. Ma svolgere il mestiere di Papa e ricordare che la misericordia nei confronti di chi soffre è un dovere morale oltre che religioso è un modo per affrontare solo una parte del problema che la grande migrazione dall’Africa e dal Medio Oriente pone all’Occidente europeo. Ed è un modo che, detto con grande franchezza e senza alcuna ipocrisia, non sembra in grado di affrontare e risolvere l’altra parte del problema posto dalla migrazione di massa verso il Vecchio Continente. Quella che impone di dare una risposta realistica e concreta all’interrogativo di come inserire le centinaia di migliaia di persone che annualmente entrano dentro i confini europei in una società costruita sulla base di una tradizione culturale ed un modello di civiltà diverse da quelle dei profughi in cerca di un futuro migliore.

Papa Bergoglio non si pone la domanda e, di conseguenza, non si pone neppure il problema di fornire una risposta. La sua è una posizione assolutamente legittima. Il massimo rappresentante della religione cattolica, come ogni leader spirituale, è chiamato a fornire indirizzi morali e religiosi ma non è obbligato in alcun modo a trovare soluzioni concrete alle questioni reali. Per fortuna di Papa Francesco la gestione del potere temporale non fa più parte delle preoccupazioni della Chiesa. Per cui può anche permettersi di inviare messaggi virtuali portando in Italia dall’isola di Lesbo dodici famiglie di profughi provenienti dalla Siria. Ma non si deve preoccupare di sciogliere il dilemma di come inserire nelle società occidentali le centinaia di migliaia di migranti provenienti da società diverse.

Qualche vecchio laico direbbe che è fin troppo comodo predicare e pontificare sul bene lasciando agli altri il compito amaro di gestire in qualche modo il male. Ma la polemica non serve di fronte alla constatazione inquietante che l’intera Europa, compresa la Chiesa Cattolica, non ha trovato ancora alcuna soluzione al problema di come sia possibile inserire senza traumi, tensioni e sconvolgimenti le masse dei migranti di cultura e civiltà islamica nelle società di cultura e civiltà occidentale. Il modello di società multietnica e multiculturale è in crisi, quello dell’integrazione formale che produce i ghetti etnici nei grandi agglomerati urbani è fallito ed è un progetto ridicolo quello che propone di ripopolare con i migranti islamici i piccoli paesi semi- abbandonati delle zone montuose europee.

E allora? Ognuno faccia il suo. Ma senza ipocrisie di ogni genere!

Aggiornato il 09 aprile 2017 alle ore 18:55