
Ci vuole un bella faccia tosta nel negare di voler personalizzare il referendum sulla riforma costituzionale quando da cinque mesi a questa parte si preannuncia il diluvio universale in caso di vittoria del “No”, si occupa sistematicamente tutti gli spazi del sistema informativo nazionale con la propria faccia e le proprie sollecitazioni in favore del “Sì”, si programmano da qui al 4 dicembre più di duecento manifestazioni nei quattro angoli del Paese per spiegare di rappresentare il nuovo ed il futuro contro i vecchio ed il passato, si chiamano in soccorso le Cancellerie di mezzo mondo per sostenere l’assurda tesi che in caso di referendum non favorevole il Governo cade ed il baratro più oscuro aspetta l’economia italiana.
Non c’è mai stato un referendum così personalizzato. Non lo fu al tempo di quello sul divorzio malgrado gli sforzi di Amintore Fanfani e dei suoi nemici. E non lo fu neppure quello del 2006 sulla riforma costituzionale promossa dal centrodestra guidato da Silvio Berlusconi. Ma non stupisce il delirio personalistico dell’attuale Premier. Matteo Renzi sa che rischia grosso in prima persona e compie il massimo sforzo per ottenere una vittoria che gli dovrebbe assicurare il massimo del potere ed una lunghissima vita politica al vertice del Paese.
Ciò che colpisce è la piaggeria con cui la stragrande maggioranza dell’informazione nazionale si comporta nei confronti dell’incontrollato ed incontrollabile imbonitore. Non ci vuole un eccesso di onestà intellettuale per comprendere come Renzi stia avvelenando i pozzi della politica nazionale pur di averla vinta sui propri avversari. Ma di questo minimo di onestà non vi è la più vaga traccia. Al suo posto, nei media più grandi e nei rinomati maestri della stampa italiana, figura un conformismo tanto generalizzato e profondo quanto ottuso ed inquietante.
I sostenitori del “No” motivano la propria scelta con la necessità di combattere il rischio di deriva autoritaria connesso con la riforma voluta da Renzi. Ma a dare corpo a questo pericolo non c’è solo l’egocentrismo esasperato del Presidente del Consiglio, ma anche e soprattutto la rinuncia della grande informazione a svolgere il ruolo di ”cane da guardia della democrazia” per vestire i panni del più ossequioso e cialtronesco cortigiano.
Attenzione, perché questa è la via maestra per il regime autoriario!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05