
I sostenitori del “No” si debbono affrettare a ringraziare Roberto Benigni per aver affermato che se la riforma della Costituzione voluta da Matteo Renzi fosse bocciata si creerebbe una situazione decisamente peggiore di quanto è avvenuto con la Brexit.
Perché ringraziare l’amato comico che all’epoca del referendum sulla riforma costituzionale realizzata dal Governo Berlusconi si era schierato pe il “No” e per la difesa ad oltranza della “Costituzione più bella del mondo”? Non solo per aver dimostrato di saper usare la coerenza come strumento di clamorosa comicità, ma soprattutto pe aver usato il tema della Brexit per dimostrare che il “No” provocherà all’Italia disastri addirittura maggiori di quelli causati alla Gran Bretagna dal voto inglese per l’uscita dall’Unione europea.
Nessuno, ovviamente, vuole vietare che un comico possa usufruire di quel tipo di licenza che viene concessa ai poeti e che gli può consentire di dire sciocchezze per far ridere. Ma in questo caso la sciocchezza di Benigni non è diretta a far ridere, ma è diretta a suscitare un allarme del tutto ingiustificato nell’opinione pubblica del Paese.
La Brexit, come tutti sanno, non ha provocato alcuno sconquasso in Gran Bretagna. Al punto che anche chi aveva pronosticato disastri nel caso fosse stata approvata ammette che fino a questo momento le tragedie annunciate non si sono verificate e che l’unica possibilità di vederle realizzate è rinviata ad un tempo indefinito ed indefinibile.
Benigni quindi non solo non è coerente e dice sciocchezze, ma non è neppure informato su quanto è avvenuto ed avviene nel mondo. Parla a vanvera compiendo un atto di ignorante arroganza nei confronti di una opinione pubblica chiaramente considerata piena di boccaloni pronti ad ingozzarsi di qualsiasi corbelleria proveniente da un personaggio famoso del mondo dello spettacolo. Ed in questo modo non compie un buon servizio allo schieramento del “Sì” ed a Matteo Renzi. Agli elettori non piace farsi prendere per i fondelli. E sbaglia Benigni a sfidare la suscettibilità del pubblico. Che quando si rende conto di essere stato imbrogliato non perdona.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:07