
Non appassiona la battaglia per la presidenza degli Stati Uniti contesa tra un personaggio inadeguato ed uno inaffidabile. Se vince la inadeguata Hillary Clinton abbiamo la certezza della ripetizione di quella politica Usa nel Mediterraneo e nel Medio Oriente che ha portato alla destabilizzazione dell’intera area e ha creato le condizioni per l’aggressione terroristica dei fondamentalisti islamici contro l’Europa. Se vince invece l’inaffidabile Donald Trump non possiamo prevedere nulla al di fuori di un neoisolazionimo americano che rischia di lasciare solo il Vecchio Continente in una guerra che non sarà di religione, come dice giustamente Papa Francesco, ma che è drammaticamente e certamente una guerra di civiltà.
Chiunque vinca, quindi, il rischio del peggio è molto alto. In attesa dei danni ignoti, però, bisogna prendere atto che la battaglia tra l’inadeguata e l’inaffidabile ha già prodotto un danno noto dalle conseguenze incalcolabili. Ha reso evidente che la corsa per la presidenza degli Stati Uniti, cioè per la carica politica che decide le sorti del pianeta, è facilmente condizionabile dall’esterno. In pratica, che il migliore modello di democrazia del mondo può essere inquinato e manovrato da una sorta di voto di scambio di livello internazionale. Quando la Clinton accusa Trump di aver avuto finanziamenti da Vladimir Putin in cambio di un riavvicinamento degli Usa alla Russia in caso di vittoria repubblicana sta di fatto denunciando che la campagna elettorale americana può essere manipolata da chi la finanzia. E presta il fianco alla accusa che anche la campagna dei democratici appare come un gigantesco voto di scambio con i Paesi del Golfo e l’Arabia Saudita, attraverso le generose donazioni delle infinite società presenti nell’economia americana grazie ai flussi infiniti di petrodollari.
La corsa presidenziale negli Usa è dunque decisa dallo scontro tra rubli russi e dollari degli Emirati? E se questo è vero per gli Stati Uniti, cioè per la democrazia più solida del mondo occidentale, che succede nel resto del mondo ed in particolare nei Paesi europei dalle economie già abbondantemente segnate dalle presenza dei capitali russi e di quelli arabi?
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05