Débâcle del pensiero politicamente corretto

Il succedersi dei sanguinosi attentati commessi in nome dell’Islam sta creando una profonda inquietudine presso le masse europee.

Nel Vecchio Continente serpeggia la paura a tutti i livelli e buona parte del suo establishment, cresciuto a pane e buonismo, sembra incapace di offrire una risposta rassicurante ad un fenomeno senza precedenti nella nostra recente storia.

Soprattutto in Italia, in cui assistiamo da decenni al predominio di quella visione che molti hanno etichettato come politically correct, il fronte una volta compatto di coloro i quali spiegavano tutto con le solite, vetuste categorie basate sulle condizioni socio- economiche esita a propinarci l’ennesima versione del sottosviluppo e dell’emarginazione quale motore fondamentale di ogni crimine.

D’altro canto, il mondo cambia molto velocemente e pretendere di decifrarne le sue evoluzioni/involuzioni con alcune formulette di stampo sessantottardo risulta a dir poco insensato. Pensare, come ad esempio ha più volte ripetuto il Premier Matteo Renzi, di contrastare il terrorismo con la cultura, che poi si traduce in una crescita del già elefantiaco carrozzone burocratico della scuola pubblica, è ridicolo. Ridicolo allo stesso modo di chi crede ancora di combattere la criminalità organizzata del Mezzogiorno, altro fenomeno che affonda le sue radici nel tempo, regalando a pioggia altri posti di lavoro inventati.

Al cospetto di un terrorismo islamista che dilaga in Francia, laddove qualcuno già teme la catastrofe di una guerra civile, e che si espande nel resto d’Europa, le formulette ispirate ad un pauperismo ottocentesco e i richiami ad una sorta di fratellanza universale non ci salveranno da una barbarie che se ne infischia dell’umanitarismo da operetta delle nostre anime belle in servizio attivo permanente. E mentre costoro vorrebbero riprendere, dopo lo sgomento iniziale, i loro inni pacifisti stile “mettete dei fiori nei vostri cannoni”, il popolo meno corretto politicamente comincia inesorabilmente a cambiare le proprie abitudini, prendendo atto che con le chiacchiere e gli slogan buonisti non si ci si allunga la vita.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:58