La desolante politica del cantastorie

La politica italiota mostra con sempre più manifesta evidenza un deficit di serietà di cui il Paese avrebbe un disperato bisogno. Invece abbiamo una cosiddetta rappresentanza democratica che fa a gara nel cavalcare disastri ferroviari, mattanze terroristiche, delitti a presunto sfondo razziale e quant’altro, cercando di acquisire consensi sulla base dell’emotività e delle false promesse elettorali.

A tale proposito registriamo in questi giorni l’ennesima balla spaziale di un Presidente del Consiglio che sembra voler togliere spazio ai suoi più accreditati concorrenti del Movimento 5 Stelle sul loro medesimo terreno. Trattasi dell’intenzione, raccontata ai quattro venti dell’informazione, di anticipare alla fine dell’anno in corso la farsesca abolizione di Equitalia. Abolizione che, per l’appunto, costituisce uno dei principali cavalli di battaglia dei grillini. Da quel che si è potuto comprendere in questo nuovo prodigio renziano, l’idea sarebbe quella di far confluire l’odiato ente per le riscossioni nell’Agenzia delle entrate; quest’ultima già azionista di maggioranza della stessa Equitalia.

Una magnifica operazione di maquillage, dunque, con tanto di cartellonistica nuova di zecca per far dimenticare ad un popolo di tartassati di vivere nel più feroce sistema fiscale d’Europa, se non del mondo intero. E per comprendere che ci troviamo di fronte alla solita supercazzola di un Renzi in crescente crisi di credibilità è sufficiente analizzare la frase con cui, ospite sulle frequenze di Rtl, egli ha presentato la cosa: “Entro l’anno arriverà il decreto che cambierà il modo di pagare il fisco ed entro l’anno bye-bye Equitalia”. Una dichiarazione che si commenta da sola e che mi ricorda una delle tante direttive, i famosi ukaz staliniani, con cui si cercava di contrastare le terribili carestie degli anni Trenta ordinando ai gestori dei negozi di generi alimentari di esporre sagome di formaggi olandesi di legno, dipinti con il loro invitante colore rosso.

D’altronde, quando manca la sostanza politica per un piano strategico di lungo periodo, finalizzato a ridurre l’enorme spesa pubblica e la relativa tassazione, al cantastorie di turno non resta che puntare tutto sul binario unico delle illusioni, aumentando i rischi di un devastante schianto sistemico.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:58