
Marco Pannella, a ben vedere, è un po’ l’Omero della vita politica italiana dall’immediato dopoguerra a ieri. Anzi, ad oggi. E forse a domani. Una tradizione orale che poi qualcuno dovrà farsi carico di raccogliere negli scritti che contengono le opere e i giorni. Quel qualcuno, forse, è Diego Galli, già responsabile della digitalizzazione del sito di Radio Radicale, militante radicale di sicura fede e adesso autore di “Pannella - La vita e l’eredità” (Castelvecchi), un libro di vera e propria ricerca scientifica sui contributi e i principali documenti della vita politica italiana filtrata attraverso gli occhi e le parole del Super Marco nazionale. Partendo da un presupposto: Pannella è stato un campione della buona politica, non un precursore della cosiddetta antipolitica che oggi si incarna nel discutibilissimo movimento di Beppe Grillo e della Casaleggio e associati. Pannella che se una cosa ci ha insegnato è quella dell’impegno personale, del corpo come strumento politico e del privato che diventa pubblico. E per questo la sua vita si è intrecciata con quella di tutti i maggiori protagonisti letterari e politici italiani: da Sciascia a Pasolini, da Craxi a Pertini, da Einaudi a Croce. E per mettere le sue idee e le sue profezie fuori gioco il regime partitocratico ha sempre usato due armi micidiali: la prepotenza menefreghista e il conformismo. Dai tempi del referendum sulla Legge Reale e sul finanziamento dei partiti alle intuizioni sulla legalizzazione di tutte le droghe per togliere i profitti alla mafia e il monopolio del moralismo sulla vita del singolo allo Stato.
Diego Galli divide il Pannella-pensiero e il Pannella-logos in otto capitoli: “Alla radice”, “Anni Settanta: rivoluzione dell’intimità”, “Gli strumenti dell’azione politica radicale”, “Creare l’attualità”, “Processo al regime”, “Disorganizzazione scientifica”, “Carisma, tra profezia e narcisismo” e l’ultimo significativamente intitolato “Quali eredità”. Circa duecento pagine cui seguono una trentina di pagine di note in cui vengono richiamati i principali eventi mediatici di cui Marco Pannella si è reso protagonista nella propria vita politica.
Dal caso Braibanti a quello dell’omicidio irrisolto di Giorgiana Masi, dal testimone raccolto da Pier Paolo Pasolini alla candidatura di Enzo Tortora al Parlamento europeo. Dal caso 7 aprile e della relativa candidatura di Toni Negri alla Camera dei deputati italiana allo scandalo di Cicciolina in Parlamento (“tra tanti papponi che paura c’è di avere tra noi anche una mignotta”?)
Pannella però non può essere fissato sulla carta nonostante sia stato un giornalista e abbia prodotto migliaia di pagine scritte. Come si diceva, la sua tradizione è essenzialmente orale. Le sue intuizioni, come quella sulla conoscenza e il diritto per tutti ad usufruirne o la transizione dalla ragion di Stato a quella dello Stato di diritto, ultima campagna condotta quasi in solitaria con l’aiuto di Matteo Angioli e Laura Harth del Partito Radicale Transnazionale, mentre altri esponenti erano in tutte altre faccende affaccendati e pensavano, incoraggiati da Emma Bonino, quasi solo alle candidature per le elezioni amministrative a Roma e Milano, tutto il pensiero di Pannella si condensa nelle sue parole, nei suoi discorsi torrenziali a volte profetici e a volte cinici. Come aveva intuito anche lo stesso cantautore Francesco De Gregori dedicandogli la canzone “Il signor Hood”.
Pannella vive in quello che Radio radicale ha trasmesso ogni notte per tanti anni, anche molto ma molto prima che lasciasse il suo corpo lo scorso 19 maggio. E il fatto che non abbia potuto assistere all’ultimissima vittoria certificata dalla Commissione Chilcot a proposito della inutile stupidità della guerra in Iraq voluta fortemente da Tony Blair e George W. Bush (con i risultati oggi sotto gli occhi di tutti) non significa assolutamente, nell’ottica pannelliana e di chi oggi la racconta con la giusta dose di epicità, che non ne sia stato “compresente”...
Quella di Pannella è stata una vita intensa, come quella degli eroi greci. Per questo, per tramandarla, più dei libri servirà un altro Omero che la possa raccontare ai giovani che si accingono a confrontarsi con un mondo che usa la tecnologia per distruggere la memoria. Così come lui ha raccontato la saga dell’Italia dagli anni Cinquanta ad oggi in tutti i discorsi tenuti in Parlamento o nelle piazze. Un nuovo Omero per raccontare quello ormai morto. In questo senso il libro di Diego Galli è quanto di meglio si possa immaginare. Quella di Pannella è stata una vita che riassume i connotati dell’Iliade e dell’Odissea messe insieme e la sua guerra di Troia è stata proprio contro il conformismo del sistema e la narcosi politica imposta dal regime, in Italia come in Europa. Perché la fame di conoscenza per i popoli può essere pericolosa se mai placata. E oggi uno come Pannella non possiamo che sognarcelo la notte mentre sentiamo i suoi discorsi di tanti anni orsono registrati da Radio Radicale. E ci sembra sempre ieri, proprio come con i racconti di Omero...
@buffadimitri
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:02