Il passato non calma   Alfano e Renzi

È impossibile stabilire se la bufera giudiziaria che si è addensata su Angelino Alfano e sul Nuovo Centrodestra sia un esempio di “giustizia ad orologeria” o se si tratti di un accidente del tutto occasionale e per niente legato alle circostanze politiche del momento.

Probabilmente la prima ipotesi è da scartare visto che la “giustizia ad orologeria” presuppone l’esistenza di un “grande vecchio” (o giovane che sia) che decide come e quando far scattare l’orologio delle inchieste giudiziarie che sconvolgono la politica del Paese. E questo “grande vecchio”, che in questo momento ha interesse a provocare la rovina di Alfano, la lacerazione di Ncd, la caduta del Governo di Matteo Renzi e l’apertura di una crisi nel bel mezzo della tempesta speculativa sulle banche nazionali, non si vede chi e dove possa essere. Ma anche la seconda ipotesi, quella della concomitanza accidentale dell’inchiesta giudiziaria sul puntello politico del Governo Renzi e delle fibrillazioni che agitano la scena pubblica nazionale, non convince del tutto.

Ha dunque ragione Alfano quando parla di “uso politico” di cascami giudiziari? L’impressione è che il ministro dell’Interno abbia colto nel segno. Ma il fatto che la spiegazione di Alfano sia quella giusta non esclude affatto che questi “cascami” possano avere un effetto devastante sul Nuovo Centrodestra e sul Governo.

L’esperienza insegna che troppi Esecutivi e troppi partiti sono stati spazzati via dagli effetti collaterali delle bombe giudiziarie, sia quelle vere che provocavano terremoti reali, sia quelle false che si risolvevano in nuvole di fumo. Per cui non si può affatto escludere che il combinato disposto tra la bufera giudiziaria che lambisce Alfano e le tensioni interne di Ncd possa innescare la scintilla destinata a mandare a fuoco la stabilità governativa italiana.

Il problema è se questa possibilità può essere cavalcata da qualcuno o se, viceversa, può essere gestita e controllata da chi ha interesse ad evitare la crisi. Per il momento sembra che nessuno, neppure tra le forze d’opposizione e tra i nemici interni del Premier, voglia sfruttare i problemi di Alfano per mandare a gambe all’aria Renzi. Al tempo stesso, però, non sembra neppure che Renzi ed Alfano abbiano la forza per gestire e controllare il magma incandescente che esce dalle intercettazioni telefoniche provenienti dall’inchiesta giudiziaria.

Di qui l’incertezza per la sorte del Governo che può morire da un momento all’altro o per qualche nuova rivelazione giudiziaria di forte clamore mediatico o perché qualche nemico palese o nascosto del Premier decide di cavalcare a proprio vantaggio la vicenda. In passato queste incertezze si sono sempre evolute in rovinose cadute dei governi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05