I tre risultati delle amministrative

Qualunque possa essere il risultato complessivo dei ballottaggi, sono tre le considerazioni principali emerse dall’attuale turno di elezioni amministrative. La prima è che la strada di Matteo Renzi non è più in discesa ma si è fatta improvvisamente e notevolmente ripida. La seconda è che il Movimento Cinque Stelle ha perso l’aura solfurea di forza antisistema che lo avvolgeva e ha assunto l’aureola di partito con le carte in regola per entrare nel tempio istituzionale. La terza è che il centrodestra non è affatto evaporato ma dove riesce a ritrovare l’unità e ad esprimere un rappresentante in grado di mediare autorevolmente tra le diverse componenti continua ad essere altamente competitivo per la governabilità del Paese.

Le difficoltà di Renzi non erano affatto scontate. Al contrario, tutti davano per certo che la forza propulsiva del Premier avrebbe frantumato facilmente tutti gli ostacoli presenti a livello locale. Invece, a partire dal referendum sulle trivelle che ha visto la formazione di un primo e consistente fronte del “no”, l’onda lunga renziana non solo non ha travolto le sacche di resistenza comunale ma ha prodotto come rimbalzo inarrestabile la tendenza al “tutti contro” l’arrogante “uomo solo al comando”. Può essere che l’esito dei ballottaggi possa correggere questa tendenza. Ma se dopo la sconfitta di Napoli Renzi dovesse uscire bastonato anche a Roma e Milano il prossimo referendum sulla riforma costituzionale rischierebbe di passare da plebiscito confermativo del Premier a plebiscito abrogativo di Renzi e del suo regime.

Al declino del leader del Partito Democratico corrisponde quasi automaticamente la legittimazione come possibile forza di governo del Movimento Cinque Stelle. Il passo laterale di Beppe Grillo ma, soprattutto, la novità rassicurante rappresentata dalle facce giovani e niente affatto preoccupanti dei Di Maio e Di Battista e delle candidate a Roma e Torino, Raggi ed Appendino, hanno avuto effetto. La paura per il vuoto di idee e di proposte che continua a contraddistinguere il Movimento ha lasciato il posto alla sensazione che mettere alla prova questi giovanotti e queste ragazze sia un rischio da poter correre. Certo, bisognerà vedere in seguito, soprattutto se la Raggi riuscirà a salire in Campidoglio, se i grillini saranno all’altezza dell’atto di fiducia ricevuto. Ma, intanto, il passaggio dall’antisistema al sistema è stato compiuto. Ed il risultato non è da poco.

Il centrodestra, infine, ha preso atto di non essere scomparso nel Paese e nel corpo elettorale. Dove non si lacera in lotte inutili ed in esperimenti di successione forzata a Silvio Berlusconi dimostra di poter continuare ad essere forza di governo. Il ché, soprattutto alla luce del declino renziano, è un dato importante come quello grillino. Tanto più che il Cavaliere è appena alla sua terza o quarta vita. E, come ha dimostrato con Stefano Parisi a Milano, continua ad avere la sua capacità di intuizione e di guida di sempre. Tutto questo dimostra che la partita di ottobre è ancora da giocare!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:04