Le elezioni e Mike, il pollo senza testa

Mike, un galletto, è nato nel 1945 ed è morto nel 1947. Mike avrebbe vissuto senza testa per 18 mesi, durante i quali il suo proprietario guadagnò migliaia di dollari esponendolo al pubblico. Mike saltellava, gironzolava, ma non sapeva dove andava né perché.

Il risultato elettorale del centrodestra mi ha fatto pensare al pollo Mike e al suo proprietario che guadagnava da questa acefalia. Un centrodestra che esiste ed è numericamente importante, al punto che in alcune realtà supera il Partito Democratico. Insomma un corpo vivo, ma incompleto.

E il proprietario? È ben rappresentato da quanti si ergono a leaderino di questa o quella sigla politica che, pur lamentando l’acefalia di Mike, “guadagnano” ritardando la ricomposizione del corpo elettorale di destra. Ecco che il povero Mike continua a saltellare e gironzolare senza trovare la propria strada. Ed ecco che ad ogni occasione, dal voto parlamentare su questa o quella riforma alle elezioni comunali, gli aspiranti padroni di Mike si agitano per simulare la testa mancante. La testa del vero Mike l’avrebbe mangiata il gatto e il suo proprietario pensò di attaccargliene una rinsecchita di un altro galletto. Ecco, come nel caso di Mike, alcuni leaderini politici provano ad attaccare una testa ad un corpo sano credendo che la finzione convinca gli altri galli ad abbandonare il pollaio. Un progetto asfittico che costringe l’elettorato di destra, certo non quello radicalizzato, a cercare altrove la propria rappresentanza politica. E così si alimenta anche il bacino elettorale di quei movimenti che hanno nell’antagonismo e nei cambiamenti gattopardiani la loro principale, se non unica, ragione di esistenza. Un elettorato di destra moderata che non vuole che l’agenda politica sia dettata dal clero o dalla “pancia” di un leader. Questo elettorato vuole sì una testa, ma che non sia rinsecchita e soprattutto in prestito.

Il referendum sulle riforme è un’occasione per riunire la destra moderata italiana partendo dalla più importante delle carte, la Costituzione. E dai suoi valori rifondare un movimento politico sano, che abbia una chiara visione della società che vuole promuovere. Il leader della nuova destra moderata nascerà poi, naturalmente e non in provetta, tra i migliori, forte di un corpo sano e irrobustito dalla condivisione di valori e idee. Lo storytelling renziano, con il suo carico costituito dal Partito della Nazione e l’improvvisa conversione di vetero-democristiani sulla via del Gay Pride non sembrano promettere nulla di buono se non teste rinsecchite. A molti esponenti politici piacerebbe tanto che il galletto Mike continuasse a saltellare e gironzolare senza meta, come quei parlamentari che oggi vagano da uno schieramento all’altro. Senza niente in testa che non sia il saltellare e gironzolare fine a se stesso.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:59