Il doppio dramma di Renzi e di Verdini

La realtà parlamentare è totalmente diversa da quella elettorale. A Palazzo Madama il governo si regge solo sul sostegno del gruppo che Denis Verdini ha messo in piedi erodendo senatore per senatore l’area berlusconiana. Sul terreno elettorale, invece, il sostegno del partito dell’ex coordinatore di Forza Italia e dei suoi compagni di esodo dal Cavaliere non solo non è indispensabile ma è addirittura deleterio per il partito di Matteo Renzi.

La previsione di chiunque avesse un minimo di conoscenza delle differenze sostanziali tra realtà parlamentare e realtà elettorale si è avverata. Il Partito della Nazione che si è formato a Palazzo Madama ed a Montecitorio si è rivelato un fallimento clamoroso alla prima verifica del consenso popolare. Al punto che lo stesso Renzi sembra aver scaricato alla velocità della luce quell’alleato che non solo non riesce a portargli un voto ma che glieli fa addirittura perdere a vantaggio della sinistra radicale e del Movimento Cinque Stelle.

Tutto facile e tutto risolto per il Premier, allora? Niente affatto. Perché la negatività elettorale di Ala non cambia di una virgola la sua indispensabilità per la tenuta del governo. E Renzi non può non tenere conto che con Verdini è obbligato a stabilire il classico rapporto degli amanti latini del “nec tecum nec sine te vivere possum!”, nella consapevolezza che se vuole tenere il vita il governo deve avere Denis vicino ma se vuole vincere il referendum è obbligato a tenere i verdiniani il più lontano possibile.

Il problema del Presidente del Consiglio diventa automaticamente un dramma per tutti i partecipanti al gruppo di Ala che ora sono costretti a prendere atto di non avere alcun tipo di futuro politico al fianco di Renzi e di poter continuare a ballare sulla tolda del Titanic governativo fino a quando la legislatura non si sarà esaurita.

Nessuno è in grado di prevedere quale conseguenza potrà venire da questa consapevolezza. Se il “si salvi chi può” con la corsa scomposta ed incontrollata alle soluzioni personali o se un diverso percorso che però presuppone l’allontanamento al campo governativo ed il ritorno, magari in una posizione autonoma, nel campo originario. Ma quanto potrà incidere sulla tenuta del governo la necessità dei verdiniani di incominciare a preoccuparsi non solo del presente di Renzi ma anche del loro futuro?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:06