Complotto, non riesco a bere questa pozione

Probabilmente susciterò qualche reazione negativa tra gli amanti del complottone franco-teutonico ai danni del nostro virtuosissimo Paese di Pulcinella, tuttavia l’ennesima pozione di fanta-finanza che ci arriva dalla Procura di Trani proprio non riesco a berla.

Da questo punto di vista sono d’accordo con Mario Seminerio, coautore insieme a Oscar Giannino, Carlo Alberto Carnevale Maffè e Renato Cifarelli dell’agguerrito programma radiofonico “I conti della belva”, il quale ci ha spiegato in diretta, usando una buona dose di ironia, che i sette e passa miliardi di titoli di Stato italiani venduti nel lontano 2011 in alcuni mesi dalla Deutsche Bank, in buona sostanza costituiscono una massa troppo esigua per manipolare il mercato, sempreché ciò, e ne dubito molto, sia tecnicamente possibile in un sistema di compravendita colossale quale è quello globalizzato. Non solo, sempre secondo Seminerio, dal momento che le gravi turbolenze che scossero l’intera area dell’euro furono in realtà innescate dall’incontro tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, da cui scaturì la scioccante (soprattutto per i Paesi più dissestati dal punto di vista dei bilanci pubblici) deliberazione secondo la quale il debito sovrano dei vari membri dell’Eurozona era assoggettabile a default. Questo fatto avrebbe scatenato il panico sui mercati, penalizzando in modo particolare l’Italia, la cui preoccupante fragilità sistemica continua ad essere ancora oggi sotto gli occhi di tutti. Tant’è che Seminerio conclude, sempre in un tono tra il serio e il faceto, aspettandosi un avviso di garanzia per l’imponente numero di banche internazionali che sempre nel 2011 vendettero una buona parte dei nostri titoli pubblici in portafoglio, determinando l’aumento esponenziale dello spread, e un avviso di garanzia per i due summenzionati leader politici.

Sempre sull’iniziativa della Procura di Trani, segnalo inoltre un interessante articolo di Luciano Capone su “Il Foglio”, il quale prende in esame l’andamento di altre analoghe inchieste del Pm Ruggiero. A quanto risulta, i vari atti d’accusa mossi a suo tempo contro Moody’s, Fitch Ratings e Standard & Poor’s, rei di aver tagliato il rating italiano, sono finiti quasi tutti su un binario morto, tra archiviazioni e spostamenti ad altre procure per competenza territoriale. Inoltre Capone ricorda che lo stesso Pm “prima di diventare il Davide che dalla piccola Trani combatte contro i Golia della finanza, il Pm Michele Ruggiero era salito agli onori delle cronache per un’altra inchiesta con un forte impatto mediatico, il cosiddetto Tranigate, in cui vengono diffuse le intercettazioni in cui Silvio Berlusconi avrebbe fatto pressioni illegali per censurare Michele Santoro. Berlusconi viene indagato prima per minacce e concussione, l’accusa poi decade ad abuso d’ufficio e infine termina, anche in questo caso, con un’archiviazione”.

E non è finita qui, il giornalista del Foglio cita anche una inchiesta di Ruggiero che avrebbe suscitato grande scalpore nel mondo scientifico, relativa ad una presunta correlazione, smentita dalle principali organizzazioni sanitarie del mondo, tra l’autismo e la somministrazione di alcuni vaccini. Capone chiosa l’articolo chiedendosi, al pari del sottoscritto, se l’inchiesta della Procura di Trani contro Deutsche Bank, come le altre rimaste in piedi contro le agenzie di rating, poggi su basi più solide. Almeno più solide, aggiungo io, delle argomentazioni di chi continua a ritenere che i mali dell’Italia siano causati da un complotto esterno, senza minimamente leggere gli impietosi numeri del nostro regime delle cicale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:58