
Il “non mollare” dei fratelli Rosselli era rivolto contro il regime fascista, il “boia chi molla” della rivolta reggina del ‘70 era diretto contro lo stato centrale che voleva ridimensionare il ruolo di Reggio Calabria. Ma il “non mollare mai”, lasciato in eredità da Gianroberto Casaleggio e ripetuto come grido di battaglia dal figlio Davide al termine dell’orazione funebre, verso quale obiettivo è indirizzato?
Ad esequie avvenute del cofondatore del Movimento Cinque Stelle si può dire con tutta onestà che, a parte il risultato politico di un aumento dei consensi del partito dei “grillini”, nessuno è in grado di comprendere con chiarezza cosa gli eredi di Casaleggio, seguaci di Grillo e sostenitori del Direttorio vogliano realizzare una volta ottenuto il successo per cui non intendono mollare. Se fosse la decrescita felice andrebbero avvisati che quella decrescita è già in atto e che non solo è infelice ma addirittura disperata. Il Paese è fermo, paralizzato, bloccato da una cultura regressista che si è inserita in ogni angolo della società nazionale e di cui proprio i grillini sono i rappresentanti naturali. Accentuare la regressione aggredendo le attività industriali, frenando gli investimenti, fermando ogni tipo di opera pubblica in nome del timore di fenomeni corruttivi significa soltanto aumentare l’infelicità e la disperazione. Se a questo serve il “non mollare mai” lasciato in eredità da Casaleggio è bene, a cordoglio umano esaurito, affrettarsi a denunciare il carattere negativo e devastante di un programma del genere.
Se poi l’obiettivo lasciato in eredità da Casaleggio è il progetto dell’“onestà” al potere gridato dai grillini al termine della cerimonia funebre del cofondatore, allora la denuncia deve essere ancora più forte e determinata. Perché l’onestà non è un valore da contrapporre ad altri valori (quello della disonestà?), ma è uno scontato dovere civico che se non rispettato subisce i sacrosanti rigori della legge. Agitare l’“onestà” come valore assoluto diventa un programma politico diretto inevitabilmente a creare un regime illiberale, autoritario, dispotico, prevaricatore, in cui ogni onesto rischia di ritrovarsi con qualcuno che si dichiara più onesto di lui e lo condanna e lo schiaccia come disonesto. La storia insegna. Per questo non è un oltraggio rilevare che l’eredità di Casaleggio è un pericolo per la democrazia italiana!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:06