
Si può discettare quanto si vuole sulla differenza tra il concetto di leader e quello di capo. Magari per rilevare come i due concetti si equivalgano o sostenere che l’essere leader significa interpretare un ruolo decisamente superiore a quello di capo.
Ma non si può in alcun modo applicare questa differenza al discorso con cui Gianni Cuperlo nella direzione del Partito Democratico ha accusato Matteo Renzi di non avere la stoffa del leader, ma di essere solo un capo provvisto di eccessiva arroganza. L’esponente della minoranza interna non aveva alcuna intenzione di sottolineare come per essere un leader Renzi avrebbe dovuto avere la capacità di ridurre le arroganze del capo ed allargare il proprio campo di vedute fino ad abbracciare anche le istanze ed i sentimenti dei suoi stessi oppositori interni. L’intenzione di Cuperlo era di colpire direttamente e personalmente il segretario del suo partito e di farlo nel momento di maggiore difficoltà in cui il Premier si ritrova a causa dell’incalzare delle inchieste giudiziarie sui rapporti tra il Governo e le grandi lobby nazionali e multinazionali.
Dicono che l’affondo di Cuperlo sia stato concordato in una riunione riservata tenuta in precedenza alla Camera tra Bersani, Speranza, Emiliano e lo stesso Cuperlo. Può essere. Ma ci sia stata o meno questa riunione di coordinamento delle diverse componenti della minoranza, è un fatto che dopo la direzione passata gli antirenziani del Pd hanno allargato in maniera ormai invalicabile la distanza che li separa non solo politicamente ma anche umanamente dalla maggioranza interna.
Quella di Cuperlo, che fino all’altro giorno aveva brillato per la sua opposizione di pura facciata, è diventata una vera e propria dichiarazione di guerra a Renzi attorno a cui si è in gran parte ricompattata la minoranza. Alla vigilia del referendum sulle trivelle e delle successive elezioni amministrative, questa dichiarazione non diventa un buon viatico per Renzi e per il suo Governo. In caso di scivolone referendario o sconfitta alle Comunali non sarà più tanto facile continuare a governare solo con il supporto sempre più indispensabile e condizionante di Denis Verdini!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:05