
Matteo Renzi come Yasser Arafat? Sembra proprio di sì. Almeno per quanto riguarda la diversità di comportamento di fronte a platee differenti. Quando parlava nei propri territori ed ai propri seguaci, il leader palestinese si esprimeva in arabo e si calava nei panni del guerrigliero duro e puro minacciando sfracelli nei confronti di Israele, degli Stati Uniti e del mondo occidentale. Viceversa, quando andava in visita nei Paesi dell’Occidente si esprimeva in inglese e, pur indossando sempre la tuta mimetica con pistola al fianco, si presentava come un campione della pace alternativo dei leader guerrafondai israeliani.
Il modello double face di Arafat pare aver fatto breccia sul nostro Presidente del Consiglio. Che di fronte alla platea televisiva di Barbara d’Urso ha escluso tassativamente ogni intervento militare in Libia. “Con me al Governo – ha proclamato stentoreamente – l’Italia non andrà mai in guerra”. Ma che a distanza di due giorni ed in occasione dell’incontro di Venezia con il Presidente francese François Hollande ha sostenuto che il tempo per la formazione di un governo libico unitario non è infinito, lasciando intendere che nel caso i libici non riuscissero a trovare un accordo in tempo utile l’intervento militare sarebbe inevitabile.
Il Renzi a due facce non stupisce. Il suo modo di fare politica interna è caratterizzata da questa capacità camaleontica. Quella, ad esempio, che un giorno lo vede escludere categoricamente l’intervento del Governo su una questione di coscienza come la legge sulle unioni civili ed il giorno appresso porre la fiducia sulla stessa legge. Ma il suo modo di fare politica interna, che fino ad ora gli ha permesso di conquistare Palazzo Chigi e di restarci ottimamente, può produrre gli stessi risultati in politica estera?
La risposta è scontata. Fare il camaleonte in Italia è sicuramente proficuo sul terreno domestico, ma alla lunga rischia di confermare lo stereotipo del Paese inaffidabile che tanto ci perseguita a livello internazionale. Si dirà che questo stereotipo ci perseguiterebbe comunque e che la Merkel, Hollande ed Obama continuerebbero a considerarci inaffidabili anche se Renzi la smettesse di imitare Arafat. Ma il problema non è il pregiudizio dei “grandi”, ma quello dei “ piccoli”. Il caso dei corpi dei due italiani trattenuti a Tripoli da un governo inesistente, che li usa per avere un qualche riconoscimento indiretto da quello italiano, ne è la riprova più clamorosa. I deboli fanno i forti con quelli più deboli di loro. I cialtroni con i cialtroni ancora più cialtroni!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:07