A.A.A. Cercasi   opposizione razionale

Come era inevitabile, quasi all’unisono l’attuale opposizione al Governo dei miracoli ha intonato i suoi alti peana di guerra contro la direttiva europea sui mutui. Direttiva che il citato Governo dei miracoli sembrava voler applicare pedissequamente, per poi fare una certa retromarcia sulla contestatissima misura che consentirebbe alle banche di riprendersi il bene sui cui è stato acceso il mutuo dopo solo 7 rate non pagate.

Ora, a prescindere dal non piccolo dettaglio che stiamo parlando di contratti futuri, personalmente non mi entusiasma il contagio grillino contro le cosiddette banche, antico retaggio anticapitalistico, che sembra aver da tempo infettato buona parte dell’area politica e culturale di quello che una volta si definiva centrodestra. Ciò non significa eludere il nostro storico problema legato alla governance degli istituti di credito italiani, nei quali troppo spesso l’intrusività della sfera politica ha generato e tuttora genera enormi problemi.

Tuttavia quando parliamo di banche in generale non dovremmo riferirci ad una sorta di malvagie entità aliene dotate di una propria e illimitata autonomia finanziaria, il cui unico scopo sembrerebbe quello di turlupinare il prossimo. Sotto questo profilo, ma forse sono un inguaribile sognatore, mi aspetterei da parte di un’opposizione ragionevole e responsabile un approccio un tantino più sistemico alla complessa tematica, lasciando agli sprovveduti grillini la bandiera della lotta al complottismo demoeuroplutocratico.

Nella fattispecie, ciò dovrebbe spingere ad un’attenta riflessione sui tanti interessi che si nascondono dietro la spinosa questione dei mutui bancari, anticamera principale delle tanto temute sofferenze. E se consideriamo che le banche medesime i quattrini non li trovano sotto i cavoli, bensì affidandosi alla raccolta di fondi sul libero mercato, non possiamo immaginare di vivere in un sistema che tuteli la proprietà privata, in questo caso azionisti, obbligazionisti e, soprattutto, correntisti, immaginando una perenne moratoria sui debiti. Tutto questo, come d’altronde accade in altri settori economico-finanziari, alla fine dei giochi si scaricherebbe inevitabilmente sulle spalle del solito, estenuato Pantalone. Mediamo gente, meditiamo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 23:00